Un report dell’Istat evidenzia che nel 2016 la raccolta differenziata ha superato il 50% dei rifiuti urbani raccolti, ma il target previsto al 2012 dal cosiddetto Testo Unico Ambientale del 2006 è ancora lontano e i cittadini non sono soddisfatti del servizio offerto che sarebbe troppo costoso e mal organizzato.
L’Istat ha rilasciato l’11 luglio 2018 il Report “Raccolta differenziata dei rifiuti: comportamenti e soddisfazione dei cittadini e politiche nelle città”, dal quale emerge che nel 2016 la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti ha raggiunto il 52,5% (+5% sull’anno precedente) e la quantità raccolta è stata pari 496,7 kg per abitante (+2,2%).
I maggiori quantitativi sono stati prodotti nel Nord-est (548,7 kg per abitante) e al Centro (548,0), minore è stata la produzione nel Nord-ovest (482,1 kg per abitante), nelle Isole (459,8) e al Sud (444,3).
In corrispondenza del più alto livello di rifiuti urbani prodotti nel Nord-est si rileva anche la percentuale maggiore di raccolta differenziata che è stata del 66,6%, dato che rispetta l’obiettivo del 65% previsto al 2012 dal D.lgs. n. 152/ 2006 (il cosiddetto “Testo Unico Ambientale”).
Il dato è perfettamente in linea con quanto rilevato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel Rapporto “Rifiuti Urbani” dove, peraltro, si sottolineava come dopo 5 anni di progressiva riduzione, la produzione nazionale di rifiuti urbani nel 2016, era tornata a crescere.
Di poco inferiore (62,3%) è stato il risultato del Nord-ovest (62,3%, mentre sono molto distanti dal Nord il Centro, il Sud e le Isole dove la raccolta differenziata si attesta rispettivamente al 48,6%, 43,3% e 26,0%. In particolare, nell’Italia insulare si evidenzia il forte ritardo della Sicilia (15,4%), mentre in Sardegna si è raggiunto il 60,2% di raccolta differenziata.
I livelli più alti di produzione di rifiuti urbani sono stati rilevati in Emilia-Romagna (653,0 kg per abitante) e Toscana (616,2 Kg, ma mentre per la prima la raccolta differenziata è al l 60,7%, nella seconda si arriva solo al 51,1%.
Molise e Basilicata solo le regioni che hanno prodotti meno rifiuti (rispettivamente 387,0 e 353,0 kg per abitante) con quote di raccolta differenziata altrettanto basse (rispettivamente 28,0% e 39,2%)
In termini di raccolta differenziata, sono 5 le regioni più virtuose che hanno contemporaneamente superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e una produzione totale al di sotto della media. Al 1° postosi colloca la Provincia Autonoma di Trento (74,3% di raccolta differenziata rispetto al totale di rifiuti urbani prodotti, pari a 486,6 kg per abitante), al 2° il Veneto (72,9% di raccolta differenziata su 486,5 kg per abitante di rifiuti urbani prodotti). A seguire Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano, le cui quote di raccolta differenziata sono rispettivamente 68,1, 67,1 e 66,4%, con una produzione totale di rifiuti urbani rispettivamente pari a 477,5, 481,1 e 475,5 kg per abitante.. In queste stesse zone la quantità pro capite di rifiuti urbani è al di
Il report dell’Istat, inoltre, fa il confronto a livello regionale, tra la produzione di rifiuti urbani pro-capite, la percentuale di rifiuti urbani differenziati e la percentuale di famiglie che dichiarano di effettuare sempre la raccolta differenziata per carta, vetro, alluminio e plastica (set minimo di tipi di rifiuto per cui la normativa europea prevede l’obbligo della differenziazione).
Nel 2017 si stima che l’85,0% delle famiglie effettui con regolarità la raccolta differenziata della plastica (39,7% nel 1998), il 74,6% dell’alluminio (27,8%), l’84,8% della carta (46,9%) e l’84,1% del vetro (52,6%).
Le famiglie residenti nel Nord differenziano maggiormente i rifiuti rispetto alle altre zone del Paese. Il primato spetta alle famiglie del Nord-ovest: vetro 91,8%; contenitori in alluminio 81,0%, quelli in plastica 91,1% e la carta 91,4%.
Sempre nel 2017, il 69,9% delle famiglie ritiene di sostenere un costo elevato per la raccolta dei rifiuti, il 25,6% lo giudica adeguato. Si stima che le famiglie residenti nelle Isole siano le più insoddisfatte: giudicano elevato il costo nell’83,4% dei casi, quota che scende al 61,1% nelle regioni del Nord-est.
Sul servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti si definisce molto soddisfatto il 26,3% delle famiglie italiane (il 35,2% nel Nord-ovest e il 31,9% nel Nordest). Al di sotto della media nazionale le altre ripartizioni geografiche: 17,6% al Sud, 19,9% al Centro e 20,6% nelle Isole. I motivi di insoddisfazione del porta a porta sono prevalentemente legati agli orari di raccolta dei rifiuti (94,3%) e alla convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in modo differenziato (89,6%).
Per migliorare, in termini quantitativi e qualitativi, la partecipazione alla raccolta differenziata il 93,4% delle famiglie vorrebbe maggiori informazioni su come separare i rifiuti; il 93,3% centri di riciclo e compostaggio più numerosi ed efficienti; l’83,3% detrazioni e/o agevolazioni fiscali o tariffarie, già esistenti in alcune aree del Paese.
Tra le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani nei capoluoghi di provincia o di città metropolitana, le più diffuse riguardano l’attuazione di buone pratiche in uffici, scuole e nidi comunali, adottate dal 60% delle amministrazioni nel 2016.
Oltre il 50% dei comuni promuove l’approvvigionamento di acqua potabile di qualità in spazi pubblici ed effettua campagne di sensibilizzazione sul tema.
Nel 2016 una politica largamente attuata in tema di riciclo riguarda l’applicazione di agevolazioni per il compostaggio domestico, adottate da più di 7 città su 10.
Nel 2016 sono risultate molto diffuse le politiche di corretto conferimento dei rifiuti: 32 comuni capoluogo superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (21 nel 2015). Sono 28 i comuni capoluogo che applicano almeno la metà delle politiche di prevenzione e riduzione considerate. Le migliori performance sono quelle di Parma, Ferrara e Rimini, oltre quella della città metropolitana di Torino.
Rispetto alle politiche di corretto conferimento sono 107 quelli che ne attuano almeno la metà. Tra le città metropolitane si distinguono: Torino, Genova, Venezia e Bari.
Considerando la gestione della raccolta differenziata, interna alle strutture delle amministrazioni dei comuni capoluogo, risulta che nel 2015 il 98% dei comuni ha raccolto in modo differenziato carta e toner (rispettivamente nell’87% e nel 68% delle unità locali); il 96% delle città differenzia la plastica (in quasi l’80% delle strutture), il 93% il vetro in più della metà delle proprie unità locali. Nella gestione sostenibile si distinguono in modo particolare Reggio di Calabria, Monza, Perugia, Trento e Forlì.