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L’Italia ha la qualità dell’aria peggiore di tutta l’Europa

Italia ha qualità aria peggiore UE

Dall’ultimo Rapporto dell’AEA si certifica quanto era “nell’aria”.

Quasi un terzo degli abitanti delle città europee è esposto a concentrazioni eccessive di particolato in sospensione nell’aria (PM). Il dato emerge dal nuovo Rapporto sulla “Qualità dell’aria in Europa” pubblicato il 24 settembre 2012 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), relativo agli anni 2001-2010, che mette in evidenza come molte parti d’Europa continuino ad avere persistenti problemi per quanto riguarda le concentrazioni all’aperto di PM e ozono troposferico.

“Questa relazione serve a ricordarci quanto sia importante la qualità dell’aria per la salute dei nostri cittadini – ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario UE per l’Ambiente – Ecco perché voglio che il 2013 sia l’Anno della qualità dell’aria e perché intendo concentrarmi sul rafforzamento della nostra normativa in materia per poter affrontare i problemi che sono stati individuati”.

Una cattiva qualità dell’aria può provocare disturbi cardiaci, problemi respiratori, tumori ai polmoni, difficoltà di respirazione e altre malattie. Alcune sostanze inquinanti possono portare all’eutrofizzazione, a ridotte rese agricole, ad una ridotta crescita delle foreste ed avere un impatto sul clima. Negli ultimi anni le emissioni di diverse sostanze inquinanti sono diminuite, il che ha contribuito ad un miglioramento della qualità dell’aria in alcune aree. Tuttavia, ciò non ha sempre comportato un calo corrispondente delle concentrazioni di sostanze inquinanti atmosferiche. I persistenti problemi relativi alla qualità dell’aria richiedono ulteriori sforzi al fine di ridurre le emissioni di diverse sostanze inquinanti.

“La politica perseguita dall’Unione europea è riuscita a ridurre le emissioni di molte sostanze inquinanti nel corso dell’ultimo decennio, ma si può fare di più – ha affermato la Professoressa Jacqueline McGlade, Direttore esecutivo dell’AEA – In molti paesi, le concentrazioni di sostanze inquinanti rimangono sopra i limiti legali raccomandati stabiliti per proteggere la salute dei cittadini europei. In effetti l’inquinamento atmosferico riduce l’aspettativa di vita di circa due anni nelle città e nelle regioni più inquinate”.

Non ha destato sorpresa che dal Rapporto l’Italia risulti agli ultimi posti in Europa per la qualità dell’aria, avendo superato i limiti definiti dalla legislazione per:

– PM (sia 10 che 2,5), per i quali inquinanti ha superato più spesso i valori limiti annuali (PM10) e più alte sono risultate le concentrazioni di PM2,5 rispetto al valore obiettivo, anche se il numero di sforamenti giornalieri sono diminuiti nel corso degli anni;

– ozono, con concentrazioni record nel 2010 per l’Italia settentrionale che ha registrato concentrazioni superiori di oltre due volte i valori limite;

– monossido di carbonio, per le cui concentrazioni il nostro Paese è riuscito a superare in tutti gli anni di riferimento i limiti ed è risultato uno dei pochissimi casi di sforamento a livello UE;

– nickel, la cui presenza è risultata eccessiva nelle aree industriali del Nord e di benzene/benzopirene, dove tra le uniche quattro stazioni europee di misurazione a superare la soglia limite vi è la Sicilia.

Il problema dell’inquinamento nel Nord Italia è legato alla topografia della regione, ma anche al fatto che l’Italia è un crocevia per le masse d’aria generate dai trasporti a lungo raggio ad Est, oltre a quello che viene generato in situ – ha osservato la McGlade – Penso che questo comporti una responsabilità speciale per il Nord Italia: non solo di controllare molto bene le emissioni industriali (vediamo ancora alcuni impianti inefficienti che inquinano aria e acqua), ma anche con interventi per piani urbani, trasporti locali, trasporto merci e ferrovie, dal momento che la popolazione italiana sta invecchiando, quindi diventa particolarmente vulnerabile agli inquinanti”.

Tutto questo avviene alla vigilia di una revisione della normativa dell’UE sullo smog, che aggiornerà e rafforzerà le regole sui limiti degli inquinanti al 2020, più “ambiziosi” degli attuali, in consultazione con i portatori di interesse e prestando particolare attenzione alle politiche in materia di inquinamento dell’aria.

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