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Protected Planet: salvaguardate 15% di terre emerse e 7% di aree marine

Protected Planet Report 2018

Presentato alla Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità, il Rapporto Protected Planet  fa il punto sull’Obiettivo 11 di Aichi, che punta ad una gestione adeguata di aree protette del 17% del territorio terrestre e del 10% delle aree costiere e marine entro il 2020.

È tuttora in corso ln Egitto (Sharm el Sheikh, 17-29 novembre 2018) la Conferenza delle Parti della Convention on biological diversity (CBD – COP14), il trattato internazionale adottato nel 1992 e ratificato da 196 Paesi, volto a tutelare e usufruire di un’equa ripartizione delle risorse biologiche del Pianeta, integrato poi con l’adozione del “Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza” (2000), per la protezione della biodiversità dai rischi derivanti dal trasferimento, dalla manipolazione e dall’uso degli organismi geneticamente modificati (OGM) ottenuti dalle moderne tecniche di biotecnologia, e del “Protocollo di Nagoya” (2010) sull’accesso alle risorse genetiche e l’equa distribuzione dei benefici derivanti dal loro utilizzo.

Investing in Biodiversity for People and Planet” è il motto della Conferenza il cui compito principale è l’esame dello stato di attuazione del “Piano strategico per la biodiversità 2011-2020” e i progressi compiuti dal 2011 in materia di protezione della biodiversità, in base alle conoscenze scientifiche più recenti, con l’obiettivo di definire alla prossima Conferenza di Pechino (2020) un Accordo per la salvaguardia degli ecosistemi terrestri e marini, sull’esempio di quello raggiunto a Parigi (2015).

Una sfida molto più difficile – ha dichiarato Cristiana Pasca Palmer, Segretaria esecutiva della Convenzione – perché la gente si accorge dell’impatto che hanno sulla vita quotidiana i cambiamenti climatici, mentre le specie si estinguono in silenzio”.

Il biennale Rapporto “Living Planet 2018” del WWF, pubblicato qualche settimana fa, che fa il punto sullo stato di salute della popolazione di animali di tutto il mondo, ha sottolineato che in meno di 50 anni c’è stato un crollo del 60% delle popolazioni globali di pesci, uccelli, mammiferi, pesci, uccelli e rettili , lanciando un Global Deal per la natura e le persone in grado di invertire la drammatica perdita di ricchezza della vita, base del nostro benessere e sviluppo.

Il 18 novembre 2018 alla Conferenza di Sharm el Sheikh è stato presentato il Rapporto Protected Planet a cui hanno collaborato IUNC (International Union for Conservation of Nature), UNEP-WCMC (United Nations Environment Programme – World Conservation Monitoring Centre) e la National Geographic Society, che esamina i progressi dell’Aichi Biodiversity Target 11, volto a una gestione efficace ed ecologica del 17% del territorio terrestre e del 10% delle aree costiere e marine entro il 2020.

Secondo Protected Planet 2018 il mondo sarebbe sulla buona strada per conseguire l’obiettivo, ma sottolinea la necessità di concentrarsi su altri aspetti per raggiungere gli altri importanti obiettivi di conservazione al 2020.

Siamo lieti di annunciare questo nuovo Rapporto – ha affermato Trevor Sandwith, Direttore del Programma Global Protected Areas della IUNC – È chiaro che restano sfide significative per raggiungere tutti gli elementi dell’obiettivo 11, ma questo rapporto sottolinea i sostanziali e importanti progressi che sono stati fatti e focalizza l’attenzione sulle lacune e opportunità. Tra queste vi è la necessità di riconoscere e sostenere pienamente gli sforzi compiuti dalle popolazioni indigene e dalle comunità locali, nonché dagli attori privati che conservano le aree critiche. ‘Pianeta Protetto’ fornisce le informazioni essenziali per i responsabili per basare le loro decisioni sul raggiungimento degli obiettivi esistenti entro il 2020 e, soprattutto, per informare sull’approccio per il quadro globale della biodiversità post-2020, in discussione questa settimana qui in Egitto”.

Entro luglio 2018, erano state istituite “aree protette” su più di 20 milioni di km2 2 di superficie terrestre e quasi 27 milioni di km2 di aree marine, luoghi che ricevono protezione per raggiungere la conservazione della natura a lungo termine. Ciò costituisce un aumento dello 0,2% del territorio terrestre e del 3,2% delle aree marine rispetto al precedente Rapporto del 2016. Ogni mese vengono aggiunte nuove aree e la versione online del rapporto fornisce le informazioni più recenti, mentre i leader mondiali lavorano per attuare i loro obiettivi concordati entro il 2020.

La continua crescita delle aree protette in tutto il mondo è essenziale per il futuro della biodiversità – ha sottolineato Neville Ash, Direttore di UNEP-WCMC – In particolare, i grandi aumenti della protezione dell’ambiente marino negli ultimi due anni avranno un ruolo chiave nel ripristinare la salute degli oceani, grazie ad una forte collaborazione tra Paesi, organizzazioni non governative e internazionali. Attendiamo con impazienza che le discussioni di questa settimana al Vertice sulla biodiversità delle Nazioni Unite, rafforzino ulteriormente la protezione per la natura, riconoscendo la necessità di garantire che le aree protette siano dotate di risorse adeguate e che vengano intraprese azioni più ampie per combattere le molteplici minacce affrontate dalla biodiversità all’interno e oltre le zone protette”.

Protected Planet” costituisce la fonte più aggiornata e completa di informazioni sulle aree protette e conservate a livello globale. Ad esempio, l’area marina protetta della Regione del Mare di Ross è stata aggiunta nel 2017 al database mondiale sulle aree protette e è adesso la più grande area protetta del mondo con oltre due milioni di Km2. Grazie all’istituzione di questa area protetta, gestita dai Governi della Nuova Zelanda e degli Stati Uniti d’America, la pesca è ora vietata in 432.000 miglia quadrate di questa riserva antartica, nel tentativo di preservare oltre 16.000 specie, tra cui il pinguino di Adelia ( Pygoscelis adeliae ) e la balena di Minke (Balaenoptera bonaerensis ).

I progressi verso questi obiettivi sono incoraggianti, ma se vogliamo proteggere la vita sulla Terra, dobbiamo aumentare in modo massiccio le nostre ambizioni – ha concluso a sua volta Jonathan Baillie, Vicepresidente esecutivo e Chief Scientist della National Geographic Society – Il sostegno di National Geographic al Rapporto Protected Planet mira a definire chiaramente i progressi e a celebrare i Paesi che stanno assumendo un ruolo guida nel garantire un Pianeta sano”.

C’è da osservare che eventuali progressi insufficienti in materia di protezione della biodiversità, comprometterebbero anche il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030.

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