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Plastiche in mare: accordo raggiunto per contrastarne l’inquinamento

Plastiche in mare: accordo raggiunto per contrastarne l’inquinamento

Consiglio e Parlamento europeo trovano intesa sulle due proposte di Direttive per ridurre l’inquinamento da plastiche e la raccolta nei porti dei rifiuti prodotti in mare.

Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto il 19 dicembre 2018 un accordo politico provvisorio sulle nuove e ambiziose norme proposte dalla Commissione UE per contrastare i rifiuti marini alla fonte, che si concentrano sui 10 prodotti di plastica monouso che, assieme alle attrezzature di pesca abbandonate, rappresentano il 70% dei rifiuti marini che vengono trovati sulle nostre spiagge e tra le reti dei pescatori.

Il prestigioso Dizionario inglese Collins ha proclamato “single-use” (monouso) utilizzata per indicare i prodotti “usa e getta”, parola dell’Anno 2018, stante il suo impiego quadruplicato dal 2013 nei media, sia in termini di notizie che di immagini, a testimonianza della maggiore “consapevolezza del pubblico riguardo alla questione di una loro incontrollata proliferazione”.

La Commissione UE nell’ambito della Strategia sulla Plastica aveva proposto lo scorso maggio una Direttiva per la riduzione dell’impatto sull’ambiente di certi prodotti in plastica, approvata poi in ottobre dal Parlamento UE che vi aveva inserito altri divieti e restrizioni.

La Direttiva prevede misure diverse da applicare alle diverse categorie di prodotti. Quando le alternative sono facilmente disponibili e accessibili, i prodotti in plastica monouso saranno banditi dal mercato entro il 2021, ed è questo il caso di bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di polistirene espanso, sia per il consumo immediato che per asporto.

Per altri prodotti per i quali non sono ancora disponibili alternative valide, come confezioni per hamburger, panini, frutta e verdura, dolci e gelati, è prevista la loro riduzione del 25%, entro il 2025.

Inoltre, dal 2025 tutte le bottiglie di plastica dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato, percentuale che sale al 30% a partire dal 2030, e l’obiettivo di raccolta sull’immesso al consumo viene fissato al 90% entro il 2019.

Per Frans Timmermans, primo Vicepresidente responsabile per lo Sviluppo Sostenibile, l’accordo “contribuisce realmente a proteggere i nostri cittadini e il pianeta. Gli europei sono consapevoli del fatto che i rifiuti di plastica costituiscono un problema enorme e l’UE nel suo complesso ha dato prova di vero coraggio nell’affrontare il problema, assumendo un ruolo di primo piano a livello mondiale nel contrastare i rifiuti marini di plastica. Pari importanza rivestono anche la transizione verso un nuovo modello di economia circolare e l’indicazione della strada da seguire per rendere la nostra economia più sostenibile, ed è in questa direzione che conducono le soluzioni concordate oggi”.

Oltre alle limitazioni per l’utilizzo di articoli monouso in plastica, è stata raggiunta l’intesa anche sui nuovi provvedimenti per combattere l’inquinamento marino da rifiuti prodotti in mare.
La nuova Direttiva relativa agli impianti portuali per la raccolta dei rifiuti, di revisione della precedente (2000/59/CE), prevede che le navi paghino una tassa indiretta per avere il diritto di consegnare nei porti di attracco i propri rifiuti, indipendentemente che vengano conferiti o non. Qualora le navi dovessero consegnare notevoli quantità, per non determinare nel porto un onere sproporzionato per la gestione di tali rifiuti, potrà essere addebita una imposta diretta. Viceversa, sarà applicata una tariffa ridotta per i rifiuti prodotti da trasporto marittimo a corto raggio e per le navi che possono dimostrare di produrre quantità minime o una gestione sostenibile a bordo.

Una tassa il cui importo sarà determinato sul principio di “recupero dei costi”, sarà dovuta anche dalle imbarcazioni da diporto e dai pescherecci per prevenire l’abbandono delle reti da pesca e agevolare il recupero dei rifiuti marini insieme al pescato. I Paesi senza sbocco sul mare, che non hanno porti o navi battenti bandiera nazionale, non saranno obbligati a recepire la Direttiva.

Quando abbiamo una situazione in cui un anno puoi portare il pesce a casa avvolto in un sacchetto di plastica, e l’anno dopo porti quella stessa borsa a casa dentro un pesce, dobbiamo lavorare duramente e velocemente – ha dichiarato il Commissario per l’Ambiente, gli affari marittimi e la Pesca, Karmenu VellaSono quindi sono felice dell’accordo raggiunto oggi tra Parlamento e Consiglio. Abbiamo fatto un grande passo avanti verso la riduzione della quantità di articoli in plastica monouso nella nostra economia, nel nostro oceano e, in definitiva, nei nostri corpi “.

Ora i testi concordati dovranno essere approvati formalmente dal Parlamento e poi dal Consiglio per essere poi pubblicati nella GUUE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno quindi 2 anni di tempo per implementare le disposizioni a livello nazionale.

Ricordiamo, inoltre, che la Commissione UE ha lanciato la settimana scorsa l’iniziativa Circular Plastics Alliance un’alleanza dei principali portatori d’interessi dell’industria che coprono l’intera catena del valore della plastica con l’obiettivo di ridurre la dispersione di plastica, aumentare la plastica riciclata e stimolare l’innovazione del mercato, rafforzando la corrispondenza tra offerta e domanda di plastica riciclata.

 

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