Il Parlamento europeo ha mostrato più ambizione della Commissione UE, in merito alla proposta di Direttiva per la messa al bando dei prodotti in plastica monouso, inserendo anche i sacchetti in plastica ultraleggera, i prodotti oxodegradabili e i contenitori per alimenti in polisterolo espanso, e allargando le misure restrittive ai mozziconi di sigarette e alle reti da pesca.
Il Parlamento europeo nella seduta del 24 ottobre 2018 ha allargato la platea dei prodotti da mettere al bando a partire dal 2021, di cui alla proposta di Direttiva della Commissione UE del 28 maggio 2018 per la riduzione dell’impatto delle plastiche sull’ambiente marino, che interessava in particolare 10 prodotti di plastica monouso e gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati.
Con 571 voti favorevoli, 53 voti contrari e 34 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato, infatti, la relazione dell’eurodeputata belga Fédéric Ries.
“Abbiamo adottato la legislazione più ambiziosa contro la plastica monouso – ha dichiarato la relatrice – Ora sta a noi proseguire il percorso previso con i prossimi negoziati con il Consiglio europeo che dovrebbero iniziare già da novembre. Il voto odierno apre la strada ad una prossima ambiziosa Direttiva. È essenziale per proteggere l’ambiente marino e ridurre i costi del danno ambientale provocati dall’inquinamento da plastiche in Europa, stimato a 22 miliardi di euro entro il 2030”.
Quantunque la plastica sia un materiale conveniente, adattabile, utile ed economicamente valido, deve essere utilizzata, riutilizzata e riciclata meglio, sottolinea la nota del Parlamento europeo.
Secondo la Commissione UE, ricordano gli eurodeputati, oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da materiali in plastica e i prodotti assoggettati alle nuove misure restrittive costituiscono il 70% di tutti i rifiuti marini. A causa della sua lenta decomposizione, la plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge dell’UE e di tutto il mondo. I residui di plastica si trovano nelle specie marine, quali tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche nei pesci e nei crostacei, e quindi nella catena alimentare umana.
Quando i rifiuti di plastica vengono indiscriminatamente gettati nell’ambiente, l’impatto economico non comprende solo la perdita del valore economico del materiale, ma anche i costi di pulizia e perdite per turismo, per la pesca e per i trasporti marittimi.
La nuova normativa, se approvata in via definitiva secondo il testo approvato dal Parlamento, vieterà a partire dal 2021 la vendita all’interno dell’UE non solo di articoli in plastica monouso, come posate, cotton fiocc, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, come proposto dalla Commissione UE, ma anche sacchetti o imballaggi in plastica ultraleggera, prodotti in plastica oxo-degradabili, e contenitori per fast-food o asporto di alimenti (tazze e vaschette) in polistirolo espanso.
Inoltre, gli Stati membri dovranno ridurre di almeno il 25% entro il 2025 il consumo di molti altri articoli per i quali non esiste un’alternativa, che includono le scatolette monouso per hamburger, sandwich e i contenitori per alimenti quali frutta, verdura, dessert e gelati .Gli stati membri dovranno elaborare piani nazionali per incoraggiare l’uso di prodotti adatti a molteplici usi, nonché il loro riutilizzo e i riciclaggio.
Altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% entro il 2025.
Gli eurodeputati si sono trovati d’accordo affinché le misure di riduzione riguardino anche i mozziconi di sigarette, in particolare i filtri che contengono plastica, per almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030. Si tratta dei secondi articoli in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti, e un mozzicone di sigaretta, sottolineano gli eurodeputati, può inquinare tra i 500 e i 1000 litri d’acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a 12 anni per disintegrarsi.
Gli Stati membri dovrebbero assicurare la raccolta ogni anno di almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica smarriti o abbandonati, che rappresentano il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee, con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025..
Infine, gli Stati membri dovrebbero garantire che le società produttrici di tabacco coprano i costi della raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi trasporto, trattamento e raccolta dei rifiuti. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio, secondo il regime di responsabilità estesa del produttore (EPR).
Ora bisognerà vedere quale sarà la posizione in merito di Ministri del Consiglio Ambiente, che si faranno interpreti delle volontà dei rispettivi Governi. Sappiamo, tuttavia, che il Consiglio ha sempre espresso finora su varie questioni meno ambizione del Parlamento europeo.
Immagine di copertina: AP images/European Union – EP