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Piste ciclabili: 400 chilometri per collegare entroterra e litorale nelle Marche

piste ciclabili Marche

di Nicoletta Canapa

Le Marche, unica regione al plurale e dalla complessa morfologia, hanno già 162 chilometri di piste ciclabili, ma sono in arrivo ulteriori finanziamenti per realizzarne altri 247 chilometri.

A dare l’annuncio di un avvio concreto di mobilità sostenibile, è stato direttamente il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli che guarda al progetto delle piste ciclabili come a “un bel salto di qualità, che fa delle Marche una regione importante, che sa coniugare un paesaggio straordinario a una mobilità dolce che si lega perfettamente alla bellezza del territorio”.

L’annuncio dello sviluppo viario ecosostenibile arriva, non a caso, proprio in concomitanza con la Settimana Europea della Mobilitàla Campagna lanciata dalla Commissione UE per incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi alternativi all’auto privata negli spostamenti.

La Vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini, ha illustrato il progetto dei nuovi chilometri di piste all’interno di un ben più ampio Piano di mobilità sostenibile, quale quello della Ciclovia Adriatica, capace di unire Trieste a Santa Maria di Leuca, per un totale di 1.300 Km, grazie al coinvolgimento di sette regioni adriatiche. La regione Marche, in questo senso, rappresenta uno snodo imprescindibile e non è un caso che sia l’Ente capofila del progetto che collegherà il nord e il sud del Paese. Grazie alla sua posizione geografica baricentrica, ed alla conformazione morfologica che ben si sposa con l’idea di una ciclovia così trasversale, la Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione.

Si tratta, infatti, di un progetto ambizioso e virtuoso al tempo stesso, che nulla ha da invidiare ad altre maxi opere a livello nazionale: “È un progetto di rete, molto ampio, che segna un cambiamento profondo di strategia e di sviluppo – ha sottolineato infatti Ceriscioli – Non si tratta più di realizzare un tratto che collega due punti mappali, ma una vera e propria rete che va a unire gran parte del territorio”.

Raddoppiare i tracciati esistenti, con un progetto in grado di offrire ulteriori punti di sviluppo anche dopo il fatidico taglio del nastro, va anche nell’ottica di una mobilità che sta sensibilmente cambiando, come è emerso dalla recente indagine dell’Osservatorio Mobilità di Legambiente e Lorien Consulting.

Costruire nuove piste ciclabili significa far conoscere il territorio a chi ci vive, ma anche e soprattutto offrire ricche opportunità di turismo, nell’ottica di un incoming di persone di tutte le età, non necessariamente straniere, sempre più propense a trascorrere il proprio tempo libero immerse nel verde, consapevoli della loro scelta ecologica, e che si affidano a una mobilità dolce.

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