Veicoli: si è sbloccato l’iter legislativo della proposta di Regolamento UE adottata due anni fa dalla Commissione europea, dopo il cosiddetto Dieselgate, che rafforza la qualità delle prove, la conformità dei mezzi disponibili sul mercato e il controllo sul processo di omologazione, affinché il parco auto circolante in Europa sia più pulito e sicuro.
Il 20 dicembre 2017, gli Ambasciatori dell’UE hanno confermato l’Accordo raggiunto il 7 dicembre 2017 tra la Presidenza estone del Consiglio e il Parlamento europeo, dopo un negoziato lungo e difficoltoso, anche per le resistenze opposte alla proposta originaria da Germania e Italia, sul Regolamento relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli il cui obiettivo è di migliorare significativamente il livello d’indipendenza delle omologazioni e delle prestazioni ambientali dei veicoli, affrontando le principali carenze individuate nell’attuale sistema.
“La riforma del sistema di omologazione è stata oggetto dell’interesse e del controllo dell’opinione pubblica per quasi due anni, a buon diritto – aveva affermato Kadri Simson, Ministro estone dell’Economia e delle Infrastrutture – Nell’UE ci aspettiamo che tutti rispettino le regole. Se la fiducia nell’equità del sistema è messa in discussione è necessario che sia ripristinata. Con quest’accordo abbiamo rafforzato le nostre norme e i meccanismi di controllo e abbiamo garantito che i veicoli in Europa siano più puliti e sicuri“.
La proposta di modernizzazione del sistema di omologazione dei veicoli a motore era stata presentata dalla Commissione UE il 27 gennaio 2016, in sostituzione dell’attuale quadro giuridico rappresentato dalla Direttiva 2007/46/CE, dopo le irregolarità riscontrate riguardo all’uso di impianti di manipolazione illegali (il cosiddetto Dieselgate) da parte di alcuni costruttori di automobili, che hanno determinato una presa di coscienza dell’opinione pubblica, delle autorità e degli operatori economici sulla necessità di attuare disposizioni rigorose in materia di omologazione, nonché di migliorare i metodi di prova per quanto riguarda le emissioni inquinanti degli autoveicoli, al fine di impedire il ripetersi di casi analoghi in futuro.
Sono introdotti cambiamenti importanti in tre ambiti, rafforzando i seguenti aspetti:
– la qualità delle prove per l’immissione dei veicoli sul mercato attraverso il miglioramento dei servizi tecnici;
– la vigilanza del mercato per controllare la conformità dei veicoli già disponibili sul mercato, con la possibilità per gli Stati membri e la Commissione di procedere a verifiche a campione sui veicoli al fine di individuare precocemente i casi di non conformità;
– il controllo del processo di omologazione, in particolare con l’attribuzione alla Commissione del potere di effettuare valutazioni periodiche sulle autorità di omologazione nazionali e l’istituzione di un forum per lo scambio di informazioni sull’applicazione del Regolamento.
In base ai nuovi obblighi di vigilanza del mercato ogni Paese dovrà effettuare annualmente un numero minimo di controlli sui veicoli, pari a 1 ogni 40.000 veicoli a motore nuovi immatricolati in ciascun Paese nell’anno precedente, mentre per i Paesi con un numero limitato di immatricolazioni vi sarà un minimo di 5 prove da effettuare.
Almeno il 20% dei controlli dovrà comporsi di prove relative alle emissioni, con la verifica delle emissioni in condizioni reali di guida.
I Paesi che dispongono di capacità tecniche limitate per effettuare le prove richieste potranno accordarsi con altri Paesi affinché questi ultimi le eseguano per loro conto.Il regolamento prevede l’obbligo per gli Stati membri di finanziare le attività di vigilanza del mercato. I costi delle attività di omologazione saranno a carico dei costruttori che hanno presentato domanda di omologazione.Il Consiglio UE che rappresenta i Governi dei Paesi membri ha respinto la proposta della Commissione di modificare il sistema di remunerazione per rompere il legame finanziario tra i costruttori di automobili e i laboratori di prova.
Alla Commissione viene attribuito il potere di effettuare valutazioni delle procedure istituite dalle autorità che hanno rilasciato omologazioni UE nei 5 anni precedenti la valutazione. La Commissione elaborerà e metterà a disposizione del pubblico una sintesi dei risultati e sarà autorizzata a effettuare prove e ispezioni dei veicoli per verificare la conformità e reagire immediatamente alle irregolarità, aumentando l’indipendenza e la qualità del sistema di omologazione UE, nonostante non sia stato possibile confermare la proposta originaria per un’Agenzia dell’Unione europea.
In caso di violazioni la Commissione potrà imporre a fabbricanti e importatori sanzioni amministrative fino a 30.000 euro per veicolo non conforme.
Sarà inoltre istituito un Forum consultivo per lo scambio di informazioni sulle misure di attuazione al fine di armonizzare le diverse interpretazioni e pratiche fra gli Stati membri, consentendo l’individuazione di casi di non conformità in una fase precoce. Non è passata la proposta per consentire ai membri indipendenti di far parte del Forum.
Per quanto concerne i servizi tecnici, gli organismi nazionali di accreditamento saranno coinvolti nella loro valutazione e nell’istituzione di gruppi di valutazione congiunta. Nel caso in cui il servizio tecnico non sia accreditato, la valutazione sarà effettuata da gruppi di valutazione congiunta composti da rappresentanti delle autorità di omologazione di almeno due altri Stati membri e un rappresentante della Commissione.
La posizione dei servizi tecnici nei confronti dei costruttori sarà rafforzata e comprenderà il diritto e il dovere di effettuare ispezioni senza preavviso negli stabilimenti e di condurre prove fisiche o di laboratorio. Il corretto funzionamento dei servizi tecnici è fondamentale per garantire un livello elevato di sicurezza e di tutela dell’ambiente e mantenere in tal modo la fiducia dei consumatori nel sistema. Le prove di omologazione saranno effettuate dai servizi tecnici sotto la responsabilità delle autorità di omologazione.
Pertanto con il nuovo Regolamento l’attuale divieto d’uso di dispositivi di manipolazione che le Autorità nazionali hanno l’obbligo di monitorare e far rispettare non solo viene mantenuto, ma rafforzato con l’obbligo in futuro per i costruttori di fornire l’accesso ai protocolli software del veicolo, affiancandosi così al pacchetto sulla mobilità pulita che prevede, tra l’altro, test sulle emissioni reali di guida (Real Driving Emissions), già in vigore dal 1° settembre 2017 per i nuovi modelli di auto introdotti per la prima volta in Europa e che dal 1° settembre 2018 saranno applicati a tutte le nuove vetture omologate nell´UE, e proposte di nuovi obiettivi per le emissioni di CO2, per cui sarà difficile eludere le prescrizioni sulle emissioni. I costruttori dovranno altresì rendere pubbliche le proprie strategie di riduzione delle emissioni.
Ora la parola passa al “trilogo” (Commissione, Parlamento e Consiglio) per l’approvazione formale del Regolamento nei prossimi mesi, e si applicherà a partire dal 1° settembre 2020.