Sotto la pressione delle Organizzazioni aderenti all’Alleanza Sport e Diritti che si prefigge di indurre i responsabili dell’organizzazione di grandi eventi ad introdurre misure che salvaguardino i diritti umani, l’ambiente, il CIO ha rafforzato le condizioni previste nel “Contratto della città ospitante”, introducendo obblighi stringenti per per la protezione dei diritti umani, la lotta alla corruzione e gli standard di sviluppo sostenibile.
Dopo la rinuncia di Budapest, rimangono in lizza per lo svolgimento dei Giochi della XXXIII Olimpiade del 2024 le città di Parigi e Los Angeles. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) annuncerà la scelta della sede il 13 settembre 2017 a Lima nel corso della sua 130ma Sessione.
La città prescelta dovrà per la prima volta adeguarsi alle modifiche apportate di recente al Host City Contract il documento con cui le località ospitanti accettano le condizioni contrattuali e commerciali per l’assegnazione dei Giochi.
Le variazioni decise dal CIO sono intervenute dopo un incontro che il suo Presidente ha avuto con i rappresentanti di Sport and Rights Alliance (RSA) una coalizione delle più importanti ONG, Organizzazioni sportive e dei sindacati (tra cui, Amnesty International, Football Supporters Europe, FIFPro – World Players’ Union, Human Rights Watch, International Trade Union Confederation, Supporters Direct Europe, Terre des Hommes, Transparency International Germany) è stata fondata nei primi mesi del 2015 per indurre i responsabili dell’organizzazione di mega eventi sportivi internazionali ad introdurre misure atte a garantire che questi eventi siano sempre organizzati in modo da rispettare i diritti umani, l’ambiente e i requisiti anti-corruzione in tutte le fasi del processo – dal bando, fino alla fase di sviluppo e alla consegna del report finale.
“Rafforzare la trasparenza , il buon governo e la responsabilità sono elementi chiave dell’Agenda Olimpica 2020 – ha affermato Thomas Bach, Presidente CIO – Sulla base di tali principi, il Comitato Olimpico Internazionale si sta muovendo per il rafforzamento delle condizioni dell’Host City Contract 2024 dirette a proteggere i diritti umani, la lotta alla corruzione e gli standard di sviluppo sostenibile“.
D’ora in poi, le città che si candidano saranno assoggettate anche ai seguenti obblighi:
– vietare qualsiasi forma di discriminazione nei confronti di un Paese o di una persona per motivi di razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altro genere, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita o altra condizione;
– proteggere e rispettare i diritti umani e garantire che venga rimossa ogni forma di violazione in modo coerente con gli accordi, le leggi e i regolamenti internazionali applicabili nel Paese ospitante e con tutte le norme e i principi sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale, tra cui i “Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani“;
– astenersi da qualsiasi azione che comporti frodi o corruzioni, in modo coerente con gli accordi, le leggi e i regolamenti internazionali applicabili nel Paese ospitante, anche stabilendo e mantenendo una efficace attività di rendicontazione e di conformità;
– svolgere tutte le attività previste nell’Host City Contract in modo da includere lo sviluppo sostenibile e contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite;
– adottare tutte le misure necessarie, e se utili in collaborazione con le autorità del Paese ospitante e con le altre parti terze, al fine di garantire che le attività relative all’organizzazione dei Giochi siano conformi agli accordi internazionali, alle leggi e ai regolamenti applicabili nel Paese ospitante, per quanto riguarda la progettazione, la costruzione, la tutela dell’ambiente, la salute e la sicurezza delle condizioni di lavoro, e la salvaguardia del patrimonio culturale.
Secondo l’Alleanza Sport e Diritti, queste integrazioni all’Host City Contract costituiscono un passo decisivo affinché non si ripetano gli abusi che si sono verificati in alcune passate edizioni dei Giochi Olimpici.
“Troppo spesso i grandi eventi sportivi hanno visto sfrattare la gente dalle proprie abitazioni per fare spazio alle infrastrutture, lo sfruttamento dei lavoratori, l’imprigionamento di attivisti imprigionati, i danni irrimediabili all’ambiente e il processo poco trasparente per le candidature – ha dichiarato Minky Worden, Direttore Iniziative globali di Human Rights Watch – Il diritto ad ospitate le Olimpiadi non deve collidere con la responsabilità di non violare i diritti umani fondamentali“.
Viene ricordato, infatti, che per le Olimpiadi di Rio 2016, 22.000 famiglie sono state sfrattate per far posto alle infrastrutture. I Giochi Olimpici Invernali di Sochi del 2014 sono stati funestati da sgomberi forzati, abusi contro i lavoratori stranieri, la censura sui media, la dura repressione nei confronti della società civile in Russia e la discriminazione nei confronti delle comunità gay, lesbiche e transgender. I Giochi di Pechino del 2008 sono stati un catalizzatore delle violazioni dei diritti umani, con sgomberi forzati di massa, un aumento di arresti e detenzioni, dure repressioni nei confronti di chi criticava il Governo e forti condizionamenti nei confronti della libertà dei media.