Grazie anche alle campagne di comunicazione del Consorzio Recupero Vetro (Co.Re.Ve.) diminuiscono sempre più i quantitativi di materiali “falsi amici” che non sono idonei ad essere conferiti nei contenitori del vetro.
Un passo importante per far diminuire la dipendenza delle industrie vetrarie italiane dalle importazioni di materiali è costituito dalla raccolta differenziata del vetro per colore.
Da 5.000 anni il vetro fa parte della nostra vita: un materiale duttile, non inquinante, potenzialmente infinito e totalmente trasparente nelle sue qualità fisiche e naturali. Così trasparente che spesso non ci accorgiamo di quanto la sua assenza determinerebbe un cambiamento radicale nella nostra esistenza, non solo in termini di impatto ambientale, ma anche e soprattutto se associata ai progressi ottenuti grazie al suo utilizzo.
Dai contenitori per alimenti e bevande, farmaceutici e cosmetici alle facciate dei grattacieli, alle finestre, passando per oggetti d’arte, di arredo e design, fino agli impieghi nelle tecnologie più all’avanguardia, il fascino che il vetro ha sempre esercitato è giustificato dal suo aspetto e dalle sue funzioni tanto complementari quanto contraddittorie che ne fanno un materiale dai poteri magici. La storia del vetro è la storia della trasparenza che lascia passare la luce e lo sguardo e al tempo stesso separa, isola. Principio di apertura, il vetro può rappresentare anche il contrario, ma sempre, in completa trasparenza.
Costituito da minerali abbondanti in natura – sabbia, carbonato di sodio e carbonato di calcio – il vetro è un materiale riciclabile al 100%, all’infinito, nell’ambito del medesimo processo industriale.
Ogni volta che bottiglie o vasi di vetro vengono riciclati nella produzione di nuovi contenitori, si risparmiano energia, materie prime e viene ridotta l’emissione di CO2. Il vetro raccolto e qualitativamente idoneo all’avvio a riciclo in vetreria può essere rifuso e utilizzato innumerevoli volte per produrre nuove bottiglie, in un sistema virtuoso “a circuito chiuso”, e senza mai perdere le caratteristiche o le prestazioni del contenitore d’origine.
Per conseguire risultati importanti nel riciclaggio dei materiali è importante effettuare una adeguata raccolta differenziata che per quanto attiene il vetro non ci sono grossi problemi, anzi gli italiani stanno diventando più bravi a differenziare il vetro, come attesta la ricerca condotta da AstraRicerche per conto del Co.Re.Ve. (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio in vetro), che ha confrontato i risultati con una precedente inchiesta realizzata nel 2010.
“I dati della ricerca mostrano che in Italia si pratica la raccolta differenziata del vetro molto meglio di quanto non si facesse cinque anni fa – ha commentato Franco Grisan, Presidente del CoReVe – Grazie alle campagne di comunicazione effettuate negli ultimi quattro anni dal CoReVe, sono sempre meno gli italiani che sbagliano a fare la raccolta differenziata del vetro“.
Negli ultimi anni, infatti, il Co.Re.Ve. ha portato avanti diverse iniziative per informare i cittadini sull’importanza della raccolta differenziata. Nel 2014 è andata in onda una campagna TV nazionale che aveva come testimonial Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, che sullo sfondo di una tv accesa, interviene nella conversazione con stupore dei commensali, rammentando l’importanza di incrementare e migliorare la raccolta differenziata del vetro. Lo spot si chiude con Tozzi che recita il pay off dello spot “Solo bottiglia e vasetto, per un riciclo perfetto”.
Secondo la ricerca, la percentuale di intervistati che, prima della campagna, conosceva la regola “bottiglia e vasetto” era il 51%, a seguito della pubblicità è salita al 74,5%.
Il 91% degli intervistati era, inoltre, soddisfatto delle informazioni riguardanti i materiali da mettere nella raccolta differenziata, mentre l’84,2% ha definito chiare le informazioni relative a cosa fare e a chi rivolgersi in caso di materiali differenti.
Diminuiscono, infatti, gli italiani che butterebbero nella raccolta gli oggetti di cristallo (-13,1 punti %), il pyrex (-7,3), le lampadine (-6) e la ceramica (-1,3).
“Dati incoraggianti che indicano che stiamo lavorando nella giusta direzione, ma anche che si sta facendo strada nella cultura collettiva l’idea che quando ci liberiamo di un contenitore usato non stiamo “gestendo” un rifiuto ma una risorsa, che verrà riutilizzata in un processo di riciclo che per il vetro è senza fine, nel senso che i nostri bis-bis-bis nipoti prenderanno in mano un contenitore che sarà fatto esattamente dello stesso vetro che avevamo in mano noi – ha sottolineato Grisan – Ciò sarà a favore di un ambiente migliore e di un risparmio delle materie prime e dell’energia”.
Per quanto riguarda il vetro, le industrie vetrarie italiane assorbono oltre 2 milioni di tonnellate di vetro, mentre la differenziata ne mette a disposizione solo uno e mezzo. Le importazioni, quindi, sopperiscono a una carenza quantitativa, ma anche qualitativa.
Ora, il passo decisivo sarà la separazione dei contenitori in vetro secondo il loro colore, come avviene in altri Paesi.