Cibo e alimentazione Inquinamenti e bonifiche Salute

Microplastiche: la loro ingestione è un rischio per la salute?

Il tema microplastiche è attualmente al centro dell’attenzione del pubblico che attende risposte a molte domande, in particolare se, entrando nella catena alimentare, queste minuscole particelle possano avere rilevanza tossicologica e di rischio per la salute umana.

Il recente Studio No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People” condotto dall’Università di Newcastle (Australia) e commissionato dal WWF, secondo cui ingeriamo fino a  2.000 minuscoli frammenti a settimana, che corrispondono a circa 5 grammi, l’equivalente in peso di una carta di credito, per una media di 250gr l’anno, ha avuto un notevole effetto mediatico.

Il Rapporto che ha messo insieme i dati di oltre 50 precedenti ricerche, sottolinea che la maggior parte delle microplastiche verrebbero assunte con l’acqua che si beve sia dalla bottiglia che dal rubinetto. Frutti di mare, birra e sale sarebbero gli altri alimenti con i più alti livelli registrati.

Il rapporto non dimostra che il consumo di microplastiche presenti un rischio per la salute umana – ha dichiarato Alastair Grant, Professore di Ecologia all’Università , Università di East Anglia (Gran Bretagna) in un commento allo Studio richiesto dagli autoriI rifiuti di plastica sono una seria preoccupazione ambientale: gli oggetti più grandi possono intrappolare la fauna selvatica; frammenti di qualche millimetro possono essere mangiati in grandi quantità da pesci o uccelli che li scambiano per particelle di cibo. Ci sono state una serie di recenti segnalazioni di rifiuti di plastica provenienti dal mondo sviluppato che presumibilmente sono stati “riciclati” finendo per essere scaricati o bruciati nei Paesi in via di sviluppo. È probabile che la combustione di plastica in questi Paesi abbia effetti sulla salute molto più gravi di quelli derivanti da un numero piuttosto ridotto di particelle di plastica nel cibo e nell’acqua “.

Peraltro, in occasione della prima Giornata internazionale della sicurezza alimentare, l’Istituto Federale germanico per la valutazione dei rischi (Bundesinstitut  für Risikobewertung-BfR) ha invitato i consumatori a partecipare ad un Forum (Berlino, 6-7 giugno 2019) dedicato agli eventuali pericoli da ingestione di microplastiche.
Finora non ci sono prove scientifiche che le particelle di plastica possano creare rischi per la salute degli esseri umani – ha affermato la Prof.ssa Andreas Hensel del BfR – Ma per una completa valutazione del rischio, abbiamo bisogno di dati più affidabili circa le dimensioni e caratteristiche delle particelle”.

Il BfR è un organismo scientifico indipendente del Ministero federale Alimentazione e Agricoltura (BMEL), che da 17anni analizza alimenti, sostanze chimiche e altri prodotti per valutare se e come possano risultare dannosi per la salute, senza essere soggetto ad alcuna supervisione tecnica,  assumendo una funzione scientifica di riferimento e orientamento su questioni scientifiche dirimenti (è focal point dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare – EFSA).

L’ultimo Studio “Mikroplastik in Lebensmitteln: Orale Aufnahme, Toxikologie und Risikobewertung” è stato pubblicato sul numero di aprile di UMID (Umwelt und Mensch – Informationsdienst), Rivista in lingua tedesca di informazione su Ambiente e Salute umana con estratti in lingua inglese che esce due volte all’anno.

Secondo tale studio, appunto, non c’è al momento risultanze che l‘assunzione di microplastiche, sia primarie (prodotte specificatamente nelle dimensioni previste per l’uso, come i gel per la doccia, i saponi per il lavaggio delle mani, il dentifricio, ecc) che secondarie (quelle che derivano involontariamente da i processi di invecchiamento e decomposizione di articoli e prodotti di plastica usati e dispersi nell’ambiente) costituiscano rischi per la salute umana, anche se vengono raccomandate ulteriori indagini per eventuale assorbimento cronico.

Non c’è dubbio che le recenti misure introdotte nella legislazione UE e pubblicate sulla GUUE del 12 Giugno 2019, sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, che gli Stati membri dovranno attuare nella legislazione nazionale entro due anni , tra le cui il bando alle plastiche monouso, avranno effetti benefici sugli ecosistemi e, quindi, serviranno anche a salvaguardare da eventuali rischi la salute  umana.

In copertina: foto di Yannick Overzee (Fonte: Plastic Health Coalition)

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.