Un Rapporto della BEI (Banca Europea degli Investimenti) presentato in occasione della Conferenza “Our Ocean” di Panama evidenzia che per mitigare gli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana delle microplastiche e dei microinquinanti nelle acque, c’è la necessità di maggiori investimenti negli impianti delle acque reflue, parte dei quali possono essere forniti dalla stessa BEI.
In occasione della VIII Conferenza “Our Ocean” (Panama, 2-3 marzo 2023) la Banca europea per gli investimenti (BEI), l’Istituto di credito dell’UE per investimenti a lungo termine per contribuire al raggiungimento degli obiettivi politici dell’UE, ha pubblicato il Rapporto “Microplastics and micropollutants in water. Contaminants of emerging concern” che descrive gli impatti negativi delle microplastiche e dei microinquinanti sulla vita umana e animale, nonché i recenti sviluppi politici per affrontare questi problemi, illustrando i costi e i benefici degli investimenti necessari per mitigare questi impatti negativi e sottolineando quel che sta facendo la BEI per contribuire a ridurre il rilascio di microinquinanti e microplastiche nell’acqua.
Si tratta del secondo Rapporto che la BEI ha rilasciato sull’argomento dopo quello rilasciato il 2 marzo 2023 sulle misure finanziarie necessarie per conseguire gli obiettivi dell’UE di eliminare l’inquinamento da plastica.
Il nuovo Rapporto si inserisce nell’ambito dell’Iniziativa Oceani Puliti, lanciata dalla BEI nel 2018, insieme alla Banca di sviluppo francese (AFD) e all’Istituto di Credito per la Ricostruzione di Germania (KfW), a cui nel 2020 si sono aggiunti Cassa Depositi e Prestiti (CDP) che assolve anche il ruolo di Istituto per la cooperazione allo sviluppo, e l’Istituto di Credito (ICO), per finanziare con 4 miliardi di euro i progetti che riducono i rifiuti di plastica entro la fine del 2025, di cui beneficeranno più di 20 milioni di persone che vivono in Africa, Asia, America Latina ed Europa.
“Il nuovo Rapporto pubblicato dalla BEI evidenzia le minacce poste alla vita umana e animale dalle microplastiche e da altri inquinanti nei nostri suoli, fiumi, laghi e oceani – ha affermato il Vicepresidente della BEI Ricardo Mourinho Felix, intervenendo dalla Conferenza – La BEI, in qualità di Banca per il clima dell’UE, riconosce la necessità di investimenti per sostenere un’economia blu veramente globale. Attraverso la nostra Clean Oceans Initiative e il Blue Mediterranean Partnership miriamo a ridurre l’inquinamento delle acque e preservare gli oceani, insieme ai nostri partner”.
Il Rapporto sottolinea che la maggior parte delle microplastiche finisce nei corpi idrici, minacciando direttamente la vita acquatica che ingerisce le particelle e indirettamente gli organismi che mangiano la vita acquatica, compresi gli esseri umani. Secondo una stima recente, una persona che mangia pesce ingoierà, in media, 11.000 pezzi di microplastica ogni anno. Non sorprende che la maggior parte dei cittadini dell’UE sia preoccupata per l’impatto dei prodotti in plastica sulla propria salute (89%) e sull’ambiente (88%).
Secondo lo studio, a livello globale ogni anno circa 1,5 milioni di tonnellate di microplastiche finiscono negli oceani, e circa il 10% proviene dalla UE. Di queste, il 35% è costituito da fibre tessili sintetiche provenienti dal lavaggio dei vestiti, il 28% da polverino di pneumatici originato dal normale uso su strada e trasportato dal vento e dal dilavare delle piogge, come pure il 24% di polveri prodotte dall’abrasione di materiali da costruzione.
Il Rapporto raccomanda di continuare a investire in nuovi e ampliati impianti convenzionali di trattamento delle acque reflue e sistemi di gestione delle acque piovane per ridurre ulteriormente l’inquinamento da microplastiche all’interno dell’UE, come previsto dalla Direttiva riveduta sul trattamento delle acque reflue urbane, una volta adottata.
Per ridurre i microinquinanti, che sono elementi quasi invisibili provenienti da prodotti chimici industriali, farmaceutici, prodotti cosmetici, pesticidi e ormoni, la maggior parte dei quali non può essere rimossa dagli impianti di trattamento delle acque reflue convenzionali e che quindi si diffonde nell’ambiente e potenzialmente nella nostra catena alimentare, il Rapporto evidenzia la necessità di investire in trattamenti aggiuntivi, noti collettivamente come il “quarto passo o trattamento quaternario” i cui costi, secondo la valutazione di impatto che accompagna la proposta di revisione della Direttiva sulle acque reflue, è stimato 2,6 miliardi di euro ogni anno nell’UE.
Il Rapporto conclude sulla necessità di coinvolgere il settore pubblico per mitigare gli impatti potenzialmente negativi delle microplastiche e dei microinquinanti, sia attraverso la regolamentazione che attraverso la fornitura di finanziamenti sostenibili e convenienti, parte dei quali possono essere forniti, appunto dalla BEI.