Il Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente fornisce un quadro sulla condizione attuale ecosistemi e le pressioni umane a cui sono esposti, individuando i principali dati mancanti per una loro mappatura, secondo quanto previsto dalla Strategia UE sulla biodiversità fino al 2020.
Nel contempo, il Gruppo di Lavoro MAES che fornisce il supporto agli Stati membri per migliorare la conoscenza degli ecosistemi e dei relativi servizi nell’UE, come prevede Azione 5 della Strategia, ha pubblicato una serie di indicatori che possono essere utilizzati per effettuare la mappatura delle condizioni degli ecosistemi e dei relativi servizi offerti.
8Noi dipendiamo da ecosistemi sani e resilienti per continuare ad avere forniture essenziali come cibo, acqua, aria pulita e clima stabile, che sono essenziali per il nostro benessere.
Ma l’aumento dell’inquinamento, un eccessivo sfruttamento, l’espansione urbana e gli effetti dei cambiamenti climatici sottopongono gli ecosistemi europei a forti stress e crescenti minacce.
Il Rapporto “Mapping and assessing the condition of Europe’s ecosystems: progress and challenges” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) fornisce una panoramica sulla condizione attuale degli ecosistemi in Europa, e le pressioni umane a cui sono esposti, individuando i principali dati mancanti necessari per una valutazione completa ed evidenziando la necessità di una migliore mappatura per comprendere i problemi che si devono affrontare.
Tali conoscenze sono essenziali per i decisori politici per effettuare scelte adatte per il miglioramento della salute degli ecosistemi.
La relazione prende in esame 8 ampie tipologie di ecosistemi in Europa: urbano, terreni agricoli, pascoli, brughiere e arbusti, boschi e foreste, zone umide, di acqua dolce e di mare; valutando le pressioni e le sfide che ognuno di tali ecosistemi deve affrontare e gli impatti sulle specie e sugli habitat.
Ecco di seguito i principali risultati.
– Un’analisi dei dati mostra che alcuni degli ecosistemi più sensibili, come brughiere, zone umide e acque dolci, in Europa sono fortemente concentrati in un piccolo numero di Paesi, tal che potrebbe aumentare la loro vulnerabilità ai cambiamenti ambientali.
– Una parte rilevante di questi ecosistemi molto vulnerabili non è protetta all’interno dei siti europei di Natura 2000, di Aree Marine Protette o di altre zone simili che mirano a preservare gli habitat e la biodiversità.
– Ben oltre la metà di tutti gli habitat e le specie contemplate dalla Direttiva UE “Habitat” sono valutati come in condizioni “sfavorevoli” e il loro stato di conservazione è generalmente in declino o stabile, con soltanto una piccola parte che è “in miglioramento”.
– Una prima valutazione ha rilevato che i cambiamenti degli habitat (tra cui l’inquinamento, la perdita di habitat e la frammentazione) hanno avuto ad oggi complessivamente il maggior impatto sugli ecosistemi. Pressioni come i carichi di nutrienti e di sostanze inquinanti continuano ad aumentare e tutti i tipi di ecosistema si trovano ad affrontare l’aumento della pressione a causa dei cambiamenti climatici e delle specie aliene invasive, determinando ulteriori effetti negativi.
Dovranno essere risolte le principali lacune nella conoscenza e nei dati al fine di migliorare le future valutazioni degli ecosistemi europei. In particolare, vi è una mancanza di dati sugli ecosistemi urbani e marini, di comprensione degli effetti combinati delle molteplici pressioni riscontrate, di dati spaziali dettagliati per la mappatura degli impatti sulla biodiversità, e di comprensione dei legami tra condizioni degli ecosistemi, la biodiversità e l’erogazione dei servizi ecosistemici.
Il rapporto fa parte del contributo dell’Agenzia per la revisione intermedia della Strategia sulla Biodiversità fino al 2020, adottata nel 2011 dalla Commissione UE, in cui si stabilisce che, per migliorare la conoscenza degli ecosistemi e dei relativi servizi nell’UE (Action 5), “Gli Stati membri, con l’assistenza della Commissione, effettueranno un esercizio di mappatura e di valutazione dello stato degli ecosistemi e dei relativi servizi nei rispettivi territori nazionali entro il 2014, valuteranno il valore economico di tali servizi e promuoveranno l’integrazione di detti valori nei sistemi di contabilità e rendicontazione a livello unionale e nazionale entro il 2020”.
Per fornire un supporto agli Stati e valutare le migliori informazioni disponibili per orientare le decisioni, è stato costituito il Gruppo di Lavoro MAES (Mapping and Assessment of Ecosystem Services) ai sensi del Common Implementation Framework (CIF).
Il gruppo ha pubblicato Rapporti per fornire indicatori che possono essere impiegati dagli Stati membri per mappare e valutare lo stato della biodiversità, degli ecosistemi e dei servizi ecosistemici, al fine di garantire approcci coerenti. A tal fine, per ultimo è stato pubblicato sul numero di febbraio 2016 di Ecosystem Services “An indicator framework for assessing ecosystem services in support of the EU Biodiversity Strategy to 2020”, in cui vengono presentati degli indicatori che possono essere utilizzati per effettuare la mappatura delle condizioni degli ecosistemi e dei relativi servizi offerti.