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Investimenti sostenibili: Linee Guida per informare sugli impatti climatici

La Commissione UE ha pubblicato nuovi orientamenti per la comunicazione di informazioni relative al clima da parte di Imprese e Società quotate in Borsa, Banche e Compagnie di Assicurazioni, sia per conseguire gli obiettivi climatici dell’UE che orientare la scelta per investimenti sostenibili. A Consultazione il Rapporto del TEG sul sistema di classificazione o tassonomia per le attività economiche sostenibili.

Con la Comunicazione Orientamenti sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario: Integrazione concernente la comunicazione di informazioni relative al clima,  la Commissione UE ha pubblicato gli orientamenti non vincolanti per aiutare Imprese e Società quotate in Borsa, Banche e Compagnie di Assicurazioni, che devono comunicare informazioni non finanziarie ai sensi della Direttiva 2014/95/UE.

Perché fornire nuovi orientamenti sulle comunicazioni relative al clima
L’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030 e la Relazione speciale (ARs) del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) chiedono un intervento rapido e decisivo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GES) e creare un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici.

L’UE ha concordato obiettivi ambiziosi per il 2030 che riguardano la riduzione delle emissioni di GES, l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica e ha approvato norme sulle emissioni di GES dovute all’uso del suolo e definito obiettivi in materia di emissioni per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri. Lo scorso anno, inoltre, la Commissione ha pubblicato la Strategia a lungo termine per realizzare entro il 2050 un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra.

Le imprese e gli enti finanziari hanno un ruolo determinante da svolgere nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici.

In primo luogo, va considerato che il conseguimento degli obiettivi UE in materia di clima ed energia a orizzonte 2030 richiede sin d’ora un incremento degli investimenti annui pari a 180 miliardi di euro e che per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 saranno necessarie ulteriori risorse. Molti di questi investimenti rappresentano opportunità significative per le imprese, e buona parte dei finanziamenti dovrà provenire da capitali privati.

In secondo luogo, vi è la necessità che le imprese e gli enti finanziari comprendano e affrontino meglio i rischi di un impatto negativo della propria attività sul clima e, viceversa, i rischi che i cambiamenti climatici rappresentano per la loro attività.

Nel 2017 le catastrofi legate alle condizioni meteorologiche hanno causato danni economici per la cifra record di 283 miliardi di euro ed entro il 2100 potrebbero colpire fino a due terzi della popolazione europea, rispetto all’attuale 5 %. Una migliore comunicazione delle informazioni relative al clima da parte delle imprese può contribuire all’attuazione del quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030, che chiede ai Governi di valutare, registrare, condividere e rendicontare pubblicamente le perdite dovute alle calamità.

Nel marzo 2018 la Commissione ha pubblicato il Piano d’azione per realizzare un sistema finanziario per la crescita sostenibile, con l’obiettivo di riorientare i capitali verso investimenti sostenibili, gestire i rischi finanziari indotti dai cambiamenti climatici e da altri problemi ambientali e sociali e promuovere la trasparenza e una visione a lungo termine nelle attività finanziarie ed economiche.

La pubblicazione di nuovi orientamenti sulla comunicazione di informazioni relative al clima da parte delle imprese si iscrive, appunto, nell’ambito di tale Piano d’azione.

L’emergenza climatica non ci lascia altra scelta che passare a un modello economico neutrale dal punto di vista climatico – ha dichiarato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali – Le nuove linee aiuteranno le aziende a rivelare l’impatto dei cambiamenti climatici sulle loro attività e l’impatto delle loro attività sul clima e, quindi, a consentire agli investitori di prendere decisioni di investimento più consapevoli. Accolgo con favore anche le tre relazioni del gruppo di esperti tecnici, che rappresentano un importante contributo al processo decisionale europeo e al dibattito globale sulla finanza verde“.

Il Gruppo tecnico di esperti in materia di finanza sostenibile (TEG) ha pubblicato, infatti, il 18 giugno 2019 tre Relazioni:
–  la prima si riferisce ad un sistema di classificazione o tassonomia per le attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, per fornire indicazioni pratiche per i responsabili politici, l’industria e gli investitori sul modo migliore per sostenere e investire in attività economiche che contribuiscono a realizzare un’economia a impatto zero;
– la seconda attiene ad uno standard europeo di obbligazioni verdi per determinare quali attività climatiche ed ecocompatibili dovrebbero essere ammissibili al finanziamento tramite un’obbligazione ecologica europea;
– la  terza definisce la metodologia e i requisiti tecnici minimi per gli indici di riferimento (benchmark) e per quelli  ambientali, sociali e di governance (ESG) che consentiranno agli investitori di orientare la loro scelta per investimenti consapevoli degli impatti climatici e affrontare il rischio di greenwashing.

Sulla prima Relazione che contiene i criteri di screening tecnico per 67 attività nei settori energia, trasporti, agricoltura, manifattura, ICT ed edilizia, con esempi di lavoro per la valutazione dei “contributi sostanziali” all’adattamento ai cambiamenti climatici e linee guida e casi di studio per l’uso della tassonomia da parte degli investitori, è stata aperta una Consultazione che resterà aperta fino al 13 settembre 2019.

Senza informazioni sufficienti, affidabili e comparabili in materia di sostenibilità da parte delle società partecipate, non sarà possibile per il settore finanziario operare un efficiente orientamento dei capitali verso investimenti capaci di produrre soluzioni alle crisi di sostenibilità cui andiamo incontro, né individuare e gestire efficacemente i rischi per gli investimenti che ne deriveranno.

La doppia rilevanza individuata dalla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario nel contesto della comunicazione delle informazioni relative al clima

Benefici per le imprese che comunicano informazioni
Una migliore comunicazione delle informazioni inerenti al clima può arrecare benefici all’impresa che le comunica, quali ad esempio:
– un livello superiore di consapevolezza e comprensione dei rischi e delle opportunità legati al clima all’interno dell’impresa, una migliore gestione dei rischi, un processo decisionale e una pianificazione strategica più informati;
– una base di investitori maggiormente diversificata e un costo del capitale potenzialmente inferiore, ad esempio in virtù dell’inserimento in portafogli di investimento a gestione attiva e in indici incentrati sulla sostenibilità nonché in virtù di rating del credito più alti per l’emissione di obbligazioni e di una migliore valutazione dell’affidabilità creditizia per i prestiti bancari;
– un dialogo più costruttivo con le parti interessate, in particolare investitori e azionisti;
– migliore reputazione dell’impresa e mantenimento della licenza sociale dell’impresa.

 

 

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