Green economy Sostenibilità

Commissione UE: incentivare la produzione di fertilizzanti da rifiuti organici

Commissione UE incentivare produzione fertilizzanti da rifiuti organici

La Commissione UE ha adottato il 17 marzo 2016 una proposta di Regolamento per aumentare l’uso di fertilizzanti da rifiuti organici.
Il riutilizzo delle materie prime attualmente smaltite come rifiuti è uno dei principi essenziali del Pacchetto sull’Economia Circolare adottato dalla Commissione Juncker nel dicembre 2015, che comprende anche 4 proposte legislative in materia di rifiuti.

L’obiettivo del pacchetto è di stimolare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare, più sostenibile e competitiva rispetto al modello attuale. Esso introduce misure per ridurre l’uso delle risorse, ridurre gli sprechi e aumentare il riciclaggio.

Il 4 marzo 2016, il Consiglio Ambiente ha dibattuto questo punto dell’OdG, esprimendo un sostanziale sostegno al Piano e alle azioni prioritarie individuate, sollevando anche la necessità di misure integrative complementari da adottare a livello nazionale, quali incentivi ai prodotti riciclati e all’innovazione.
L’UE e Governi devono lavorare a stretto contatto con le Imprese e le ONG per far funzionare l’economia circolare – ha dichiarato il Presidente di turno, il Ministro dell’Ambiente dei Paesi Bassi, Sharon Dijksma – I Ministri dei Paesi membri dell’UE hanno discusso con successo come possiamo promuovere la domanda di materiali riciclati e la necessità di una legislazione coerente per promuovere l’innovazione”.

In questo contesto si inserisce la proposta di “Regolamento che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti recanti la marcatura CE e che modifica i regolamenti (CE) n. 1069/2009 e (CE) n. 1107/2009”, finalizzata ad agevolare in maniera significativa l’accesso al mercato unico dell’UE per i concimi organici e ricavati dai rifiuti, instaurando pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. Saranno così create nuove opportunità di mercato per le imprese innovative, riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali.
Delle abbondantissime risorse in rifiuti organici, solo una minima quantità è trasformata in prodotti fertilizzanti di valore – ha dichiarato Jyrki Katainen, Vicepresidente e Commissario responsabile per l’Occupazione, la Crescita, gli Investimenti e la Competitività – I nostri agricoltori utilizzano concimi ottenuti da risorse importate o mediante processi produttivi ad elevata intensità di energia, benché la nostra industria sia in grado di sfruttare i rifiuti organici trasformandoli in nutrienti riciclati. Il presente regolamento ci aiuterà a trasformare i problemi in opportunità per gli agricoltori e le imprese”.

Il regolamento sui concimi attualmente in vigore assicura dal 2003 la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica. Questi processi consumano notevoli quantità di energia e sono ad alta intensità di CO2I prodotti fertilizzanti innovativi ottenuti a partire da materiali organici non rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento in vigore e il loro accesso al mercato unico è soggetto, pertanto, al riconoscimento reciproco tra gli Stati membri ed è spesso ostacolato da norme nazionali divergenti. “Attualmente solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato – ha osservato la Commissione UE – Si calcola che, se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici. L’UE importa attualmente circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l’anno; fino al 30% di questo quantitativo totale potrebbe invece essere sostituito da prodotti dell’estrazione, da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame”.

La proposta di nuovo Regolamento si applicherà a tutti i tipi di concimi per garantire parità di condizioni, garantendo standard di alti livelli di protezione del suolo. In particolare:
– prevede norme per la libera circolazione in tutta l’UE dei fertilizzanti marcati CE, compresi quelli che derivano dal riciclo dei rifiuti organici e da sostanze nutritive;
– aggiorna gli attuali requisiti per fertilizzanti inorganici marcati CE;
– sostiene l’armonizzazione opzionale, in linea con il principio di sussidiarietà, allorché i fabbricanti che non vorranno apporre la marcatura “CE” sul proprio prodotto, che in tal modo non potrà essere commercializzato liberamente nel mercato unico secondo norme europee comuni, potranno optare per norme nazionali;
– introduce nuovi requisiti armonizzati per tutti i fertilizzanti marcati CE per quanto attiene a
• qualità – come contenuto minimo di nutrienti, contenuto di materia organica, neutralizzando i valori che sono specifici per ciascuna categoria di fertilizzanti;
• sicurezza – come limiti massimi per i metalli pesanti, tra cui il cadmio, per i contaminanti organici, per contaminanti microbici e per le impurità specifiche per ciascuna categoria di fertilizzanti;
• etichettatura – come contenuto effettivo di nutrienti e loro forme che permetteranno agli agricoltori di modulare l’uso dei fertilizzanti a seconda delle necessità della pianta;
– modernizza le procedure di dichiarazione di conformità e di valutazione della conformità che i produttori di fertilizzanti devono rispettare se vogliono commerciare i loro prodotti nel mercato unico dell’UE;
– delinea i confini tra prodotti fertilizzanti e prodotti fitosanitari, per evitare sovrapposizioni tra bio-stimolanti vegetali e regolatori di crescita delle piante;
– abilita i sottoprodotti di origine animale di muoversi liberamente sul mercato unico come prodotti fertilizzanti dopo il punto finale nella catena di fabbricazione che dovrebbe essere sancito nel Regolamento (CE) n. 1069/2009 sui sottoprodotti di origine animale;
– include regole per il recupero dei rifiuti organici trasformati in compost e digestato. Se questi prodotti sono incorporati nei fertilizzanti a marchio CE, non sono più considerati come rifiuti ai sensi della Direttiva quadro sui rifiuti, consentendo ai prodotti derivati da rifiuti di circolare liberamente nell’UE.

L’attuale Regolamento non è in grado di rispondere alle sfide ambientali rappresentate dalla contaminazione del suolo, delle acque interne, delle acque marine e, infine, degli alimenti provocata dai concimi. Alcuni fertilizzanti possono contenere sostanze che sono considerate pericolose per la salute umana e l’ambiente, in particolare quelli fosfatici che possono contenere metalli pesanti, come il cadmio. Per evitare la contaminazione della catena alimentare e limitare i danni ambientali, la Commissione propone limiti armonizzati per i metalli pesanti (cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, arsenico) nei fertilizzanti a marchio CE. Per il cadmio nei fertilizzanti fosfatici i limiti passeranno da 60 mg/kg a 40 mg/kg dopo 3 anni, e di 20 mg/kg dopo 12 anni, permettendo così ai fabbricanti di adattare i processi di produzione per conformarsi ai limiti sempre più severi.

La Commissione stima che se la quota di fosforo derivata da sostanze nutritive riciclate passasse dall’attuale 5% al 30% del mercato, si potrebbe avere una riduzione del 10% di spargimento di metalli pesanti sui terreni dell’UE (ad esempio più di 600 tonnellate in 10 anni). I fertilizzanti derivati dal trattamento dei rifiuti organici e biomasse, in generale, hanno meno contaminanti da metalli pesanti, ma potrebbero contenere altri tipi di contaminanti, come gli idrocarburi aromatici policiclici (PAH). Pertanto, la Commissione UE propone di stabilire un limite massimo per il tenore di IPA nei materiali che li compongono, come compost o digestato.

Ora la proposta di Regolamento sarà trasmessa per adozione al Parlamento europeo e al Consiglio e una volta adottato sarà direttamente applicabile senza necessità di recepimento nel diritto nazionale, dopo un periodo transitorio che consentirà alle imprese e alle autorità pubbliche di prepararsi alle nuove norme.

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