Agroalimentare

IG: contribuiscono al progresso tecnologico dei territori

Uno Studio condotto da ricercatori dell’Università di Milano, dell’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia e del LICOS dell’Università di Lovanio, che analizza il contributo coordinato delle Indicazioni Geografiche (IG) e del progresso tecnologico sul territorio, evidenzia che le IG stimolano la concorrenza nell’agroalimentare e che le nuove che entrano nel mercato contribuiscono all’1% della crescita del valore aggiunto lordo del settore.

Le Indicazioni Geografiche hanno un impatto positivo e significativo sulla competitività regionale e le nuove Indicazioni Geografiche che entrano nel mercato contribuiscono all’1% della crescita del valore aggiunto lordo del settore alimentare.

La conferma di come le Indicazioni Geografiche e l’innovazione agroalimentare influenzino la competitività dell’agricoltura e dell’industria alimentare nelle regioni europee e come queste strategie interagiscano, arriva dallo Studio Terroir takes on technology: Geographical indications, agri-food innovation, and regional competitiveness in Europe”, pubblicato sul numero di agosto del Journal of Rural Studies e condotto da ricercatori dell’Università di Milano – Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, dell’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia e del Centre for Institutions and Economic Performance (LICOS) dell’Università di Lovanio (Belgio), che analizza il contributo coordinato delle Indicazioni Geografiche e del progresso tecnologico sui territori.

Nel settore agroalimentare, le aziende e i sistemi locali possono utilizzare sia le Indicazioni Geografiche che i progressi tecnologici come asset strategici chiave per la crescita in molte regioni europee, ma il contributo combinato delle Indicazioni Geografiche e delle attività di innovazione all’economia delle regioni europee è ancora poco studiato. Lo Studio mira a comprendere come le Indicazioni Geografiche e l’innovazione agroalimentare influenzino la competitività dell’agricoltura e dell’industria alimentare nelle regioni europee e come queste strategie interagiscono.

Per raggiungere questo obiettivo, è stato organizzato un set di dati longitudinale e originale, inclusi i dati relativi alle Indicazioni Geografiche e ai brevetti agroalimentari di 265 regioni europee NUTS-2 tra il 1996 e il 2014. I dati per le Indicazioni Geografiche e i brevetti agroalimentari sono raccolti rispettivamente dai database eAmbrosia e OECD RegPat.

I risultati mostrano che le Indicazioni Geografiche hanno un impatto positivo e significativo sulla competitività regionale, mentre l’effetto delle innovazioni agroalimentari è controverso. Le implicazioni di questi risultati in termini di progettazione delle politiche sono ulteriormente discusse.

Nello specifico lo studio evidenzia come l’Indicazione Geografica possa promuovere la competitività a livello regionale all’interno delle regioni europee, oltre che essere considerata uno strumento per proteggere legalmente i prodotti nel mercato internazionale.

Viceversa, viene mostrata una relazione negativa tra innovazione e competitività a livello regionale, evidenziando che le attività di innovazione rappresentate dai brevetti non influenzano significativamente la competitività regionale sia in agricoltura che nell’industria alimentare. La relazione negativa potrebbe essere attribuita al basso livello di innovazioni nei settori maturi e stabili, come l’industria alimentare, dove i costi di implementazione sono elevati e c’è un ritardo temporale tra i costi di investimento e i ritorni.

Lo studio suggerisce, inoltre, l’importanza per i governi locali di definire nuove politiche per favorire l’ingresso e la crescita di nuove aziende innovative che possono aumentare il dinamismo del settore agroalimentare ispirando e sfruttando opportunità di innovazione.

Nonostante il debole effetto interattivo tra brevetti e IG, l’abbinamento di tradizione e innovazione non dovrebbe essere pensato come un legame conflittuale ma come un’opportunità propizia per aumentare ulteriormente la competitività delle IG e, a sua volta, la competitività e la sostenibilità dell’intero settore agroalimentare.

Gli autori dello Studio sono: Stefanella Stranieri, Luigi Orsi, Federico Zilia, Ivan De Noni e Alessandro Olper.

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