Cambiamenti climatici Clima Mari e oceani

Ghiaccio marino artico: potrebbe scomparire già nel 2035

Un gruppo internazionale di ricercatori, confrontando le attuali condizioni climatiche con quelle dell’ultimo periodo di riscaldamento globale di 127.000 anni fa, prevede che il ghiaccio marino artico potrebbe scomparire già a settembre 2035.

Lo StudioSea-ice-free Arctic during the Last Interglacial supports fast future loss”, pubblicato il 10 agosto 2020 da Nature Climate change, utilizzando il nuovo modello climatico del Centro Hadley del Met Office britannico, che costituisce la rappresentazione fisica più avanzata del clima terrestre, ha ricostruito le temperature dell’Artico durante il periodo interglaciale (130.000 -116.000 anni fa).

Lo Studio condotto da ricercatori britannici, statunitensi e canadesi è stato finanziato dal Consiglio di ricerca britannico per l’ambiente naturale (NERC) e fa parte del Progetto finanziato dal Programma Horizon2020 della Commissione UE TiPES (Tipping Points in the Earth System), con l’obiettivo di esaminare i punti critici in cui sono cambiati i sottosistemi terrestri e prevedere meglio i possibili cambiamenti improvvisi indotti dal riscaldamento globale antropogenico.

Durante la primavera e l’inizio dell’estate, si formano pozze d’acqua poco profonde sulla superficie del ghiaccio marino artico. Questi “stagni di fusione“, importanti per la quantità di luce solare assorbita dal ghiaccio e per quanto viene riflessa nello spazio, hanno svolto un ruolo cruciale nello scioglimento del ghiaccio marino. Una simulazione sul futuro con lo stesso modello indica che l’Artico potrebbe liberarsi dal ghiaccio marino entro il 2035.

Le alte temperature nell’Artico hanno lasciato perplessi gli scienziati per decenni – ha affermato la principale autrice congiunta dello studio Maria Vittoria Guarino, Earth System Modeller presso il British Antarctic Survey (BAS) – Svelare questo mistero è stato tecnicamente e scientificamente impegnativo. Per la prima volta, possiamo iniziare a vedere come l’Artico sia diventato libero dai ghiacci durante l’ultimo periodo interglaciale. I progressi compiuti nella modellazione climatica significa che possiamo creare una simulazione più accurata del clima passato della Terra, il che, a sua volta, ci dà maggiore fiducia nei modelli di previsione per il futuro“.

L’estensione del ghiaccio marino artico al 17 agosto 2020 era di 5,15 milioni di Km2. La linea arancione mostra l’estensione media dal 1981 al 2010 per quel giorno (Fonte: National Snow and Ice Data Center). 

Lo Studio, ovviamente, non è una misura diretta dell’attuale scioglimento del ghiaccio marino, né esamina le temperature invernali o i cambiamenti stagionali nel ghiaccio marino. È una previsione, basata su ciò che è accaduto nei giorni più caldi degli anni passati e su ciò che accadrà in futuro utilizzando le attuali conoscenze dell’atmosfera, della terra, dell’oceano e del ghiaccio. È una stima imperfetta, ma i risultati supportano i modelli che indicano come il ghiaccio marino artico stia per scomparire molto prima di quanto avessimo supposto, in gran parte a causa di sistemi di feedback trascurati come gli “stagni di fusione”.

Il Rapporto speciale sull’oceano e la criosfera in un clima che cambia (SROCC), commissionato dalle Nazioni Unite al Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e diffuso nel settembre del 2019, aveva previsto che se il riscaldamento globale si stabilizzasse a +1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali, come prevede l’Accordo di Parigi, l’oceano artico sarebbe libero da ghiaccio nel mese di settembre – il mese con meno ghiaccio – una volta ogni cento anni. Nel caso di riscaldamento globale a +2 °C, ciò accadrebbe un anno ogni tre.

Sappiamo che l’Artico, a seguito del riscaldamento del nostro Pianeta, sta subendo cambiamenti significativi – ha aggiunto Louise Sime, a Capo del Gruppo Paleoclimatico del BAS e co-autrice principale dello Studio – Comprendendo cosa è successo durante l’ultimo periodo caldo della Terra, siamo in una condizione migliore per capire cosa accadrà in futuro. La prospettiva della perdita di ghiaccio marino entro il 2035 dovrebbe far concentrare davvero tutte le nostre menti sul raggiungimento di un mondo a basse emissioni di carbonio non appena umanamente fattibile“.

In copertina: foto Getty Imagines

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