A conclusione del G20 Ministeriale di Napoli (22-23), mentre il Comunicato finale sulla prima giornata dedicata all’Ambiente è stato subito diffuso, quello relativo a Clima ed Energia non è stato ancora pubblicato, del testo è finora comparsa solo la sintesi pubblicata sul sito del MiTE, a conferma che sui due punti più controversi (riscaldamento globale a 1,5°C entro il 2030 e chiusura centrali a carbone) sussiste tuttora l’opposizione di alcuni Paesi.
A conclusione del G20 Ministeriale di Napoli (22-23 luglio 2021), mentre il Comunicato finale del primo giorno dedicato all’Ambiente è stato subito diffuso, quello sul tema Clima ed Energia non è stato ancora diramato, a riprova che quello che doveva costituire un passo in avanti decisivo verso la Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP26) di novembre a Glasgow, ha trovato ostacoli non ancora superabili.
Nella Conferenza stampa finale il Presidente di turno, il Ministro italiano della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha affermato che il Documento finale è stato firmato da tutti i Paesi del G20, ma su due punti (riscaldamento globale entro 1,5 gradi al 2030 e chiusura delle centrali a carbone al 2025) 5 Paesi (Cina, India, Russia, Arabia Saudita e Indonesia) sono rimasti sulle loro posizioni di contrarietà.
“Alcuni Paesi volevano andare più veloci di quanto concordato a Parigi e mirare a limitare le temperature a 1,5 °C entro un decennio – ha affermato Cingolani – ma altri, con le economie più basate sul carbonio, hanno affermato di volersi attenere a quanto concordato a Parigi“.
Così, la decisione su tali punti è stata rinviata a livello di Capi di Stato e di Governo del G20 (Roma, 31-31 ottobre 2021).
Nonostante i due punti di disaccordo, Cingolani ha sottolineato come il G20 abbia messo insieme un comunicato in 58 punti su cui tutti i Paesi hanno concordato, così come tutti hanno convenuto che la decarbonizzazione è un obiettivo necessario.
“Questa è la prima volta che il G20 ha accettato che le politiche climatiche ed energetiche sono strettamente interconnesse – ha affermato il Ministro – Quello che è successo oggi sarebbe stato impensabile quattro mesi fa”.
In vista del Comunicato completo, la Presidenza italiana ha diffuso una sintesi dell’Accordo, con titoli come “Lotta ai cambiamenti climatici“, “Energia pulita“, “Finanziamenti per il clima, “Ricerca e sviluppo“, “Città intelligenti“.
Facendo riferimento all’impegno assunto nel 2009 alla COP15 di Copenaghen, secondo cui le nazioni sviluppate avrebbero contribuito con 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 in finanziamenti per il clima ai Paesi più poveri, molti dei quali sono alle prese con l’innalzamento dei mari, tempeste e siccità aggravate dai cambiamenti climatici, obiettivo che deve ancora essere raggiunto, si afferma che l’impegno “rimane centrale” e che c’è “un impegno ad aumentare i contributi ogni anno fino al 2025“.