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G20: comunque sia andato… è stato un successo!

G20 comunque sia andato un successo

“Ribadiamo il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile e per un forte ed efficace sostegno alle azioni per contrastare i cambiamenti climatici. Ci impegniamo a completare le nostre rispettive procedure interne al fine di aderire all’Accordo di Parigi, non appena le procedure nazionali lo consentano. Plaudiamo a quei membri del G20 che hanno aderito all’Accordo e ai loro sforzi per consentirne l’entrata in vigore entro la fine del 2016 nella prospettiva della sua tempestiva attuazione in tutti i suoi aspetti”.

Chi sperava che i Paesi del G20 avrebbero fissato un termine per la ratifica dell’Accordo di Parigi sarà rimasto deluso leggendo il punto 43 della Dichiarazione finale, rilasciata al termine del summit cinese ( Hangzhou, 4-5 settembre 2016).
Nonostante il vertice avesse avuto il benaugurante preludio del comunicato congiunto di Cina e USA, con il quale i due più grandi emettitori annunciavano di aver formalmente firmato l’Accordo che entrerà in vigore, comunque, solo 30 giorni dopo che almeno 55 Parti della Convenzione UNFCCC che contribuiscono per almeno il 55% delle emissioni totali di gas a effetto serra avranno firmato, altri grandi emettitori, tra cui India e Russia, non si sono lasciati influenzare, opponendosi all’inserimento di una data entro la quale i Paesi del G20 avrebbero portato a conclusione l’iter procedurale per la ratifica.

Un altro aspetto deludente del G20 appena conclusosi è stata l’assenza nel Comunicato finale di un riferimento esplicito ad un termine entro il quale porre fine ai sussidi per i combustibili fossili, nonostante l’impegno assunto fin dal 2009 di rimuoverli, ma di fatto continuati, risultando ben superiori a quelli impegnati per le azioni di adattamento e mitigazione del clima, come confermato dal Rapporto di Climate Traspirancy (ONG globale con la missione condivisa di stimolare un’ambiziosa azione per il clima attraverso  una maggiore trasparenza) pubblicato proprio alla vigilia del G20 e realizzato da un prestigioso gruppo di Istituti di ricerca.
Non ha sortito effetti anche l’Appello rivolto da 82 organizzazioni di 30 Paesi che rappresentano più di 300.000 medici, paramedici e professionisti della sanità pubblica, per togliere quanto prima i sussidi alle fossili, in particolare al carbone, l’uscita dal quale rallenterebbe i cambiamenti climatici e ridurrebbe le morti e malattie attuali e future connesse all’inquinamento, alle ondate di calore, agli incendi, alle inondazioni, alla siccità e alla malnutrizione.

Ribadiamo l’importanza della collaborazione in materia di energia per un futuro energetico pulito, sicuro e sostenibile, al fine di promuovere la crescita economica […] Riaffermiamo il nostro impegno a razionalizzare ed eliminare i sussidi ai combustibili fossili inefficienti che stimolano lo spreco nel medio termine, riconoscendo la necessità di sostenere i poveri […] Incoraggiamo i Paesi del G20 a prendere in considerazione la partecipazione al processo di revisione” (punto 24).
Non solo, quindi, non si fa cenno ad una data per la cessazione dei sussidi ai combustibili fossili, ma addirittura c’è l’impegno per promuovere “l’estrazione, il trasporto e la lavorazione del gas naturale, combustibile a minore intensità di carbonio, in modo da ridurne al minimo l’impatto ambientale”, quando vari report scientifici hanno sottolineato l’incompatibilità di utilizzo anche di questa fonte fossile con gli obiettivi climatici previsti nell’Accordo di Parigi.

Si continua a gettare “fumo negli occhi” con effetti speciali di impatto mediatico, senza incidere tuttavia nella sostanza di un cambiamento di un modello economico e di sviluppo che è ormai giunto al capolinea.
Così, alla Conferenza stampa finale il Presidente cinese e Presidente di turno del G20, Xi Jinping ha affermato che il summit è stato “un grande successo“, con lo sviluppo di “un nuovo patto per la crescita globale” attraverso un modello “innovativo, inclusivo e interconnesso“, enfatizzando l’intesa raggiunta per “il sostegno al meccanismo degli scambi multilaterali e l’opposizione alle misure protezionistiche”.

Viene alla mente il tormentone con cui il conduttore televisivo Piero Chiambretti chiudeva a tarda serata la trasmissione “Il dopo-festival”, dedicata alla kermesse canora Sanremese: “Comunque vada, sarà un successo.

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