La previsione è contenuta nell’ultimo Rapporto “World Green Building Trends 2016” che individua i driver principali della crescita nei benefici ambientali (riduzione consumi di energia, risorse e acqua) e minori costi di gestione nel ciclo di vita degli edifici.
Le maggiori performance nei Paesi emergenti, ma l’Europa, nonostante la “maturità” del settore, continuerà ad essere un mercato in crescita.
Secondo i risultati dell’ultimo Smart Market Report “World Green Building Trends 2016”, realizzato da Dodge Data & Analytics in collaborazione con United Technologies Corp.- Climate, Controls & Security, e con il supporto del Green Building Council statunitense, di Saint-Gobain e Regen Network, l’edilizia verde passerà dall’attuale 18% al 37% entro il 2018.
Lo studio è stato condotto con interviste effettuate con oltre 1.026 professionisti del settore edile (architetti 27%; grandi imprenditori 25%; specialisti e consulenti del settore 22%, proprietari e sviluppatori 13% e ingegneri13%) che svolgono la loro attività in 69 Paesi di tutti i continenti.
Sulla base della significatività delle risposte ottenute, lo studio si è poi focalizzato su 13 Paesi (per l’Europa: Germania, Gran Bretagna e Polonia).
Da sottolineare che in questo studio il termine green building sta a definire un progetto di edilizia che sia certificata da un sistema globale di rating, quali LEED, BREEAM, DGNB System, Green Star, ecc.
A trainare la bioedilizia sono soprattutto le richieste dei clienti (40%), con differenze tuttavia tra le varie regioni (il picco degli statunitensi con 81%) motivati dalla prospettiva di riduzione dei costi di gestione, del 14% per le nuove costruzioni e del 13% per ristrutturazioni, ammodernamenti e rigenerazioni. Un altro fattore che spinge i proprietari ad investire in bioedilizia è l’aumento del valore di mercato del 7% rispetto alle costruzioni tradizionali.
Il secondo driver (35%) delle costruzioni verdi sono le normative ambientali, propensione in notevole incremento rispetto al precedente rapporto del 2012 (23%). I dirigenti di imprese internazionali e i responsabili politici riconoscono che l’impegno nel trasformare l’ambiente costruito è fondamentale per affrontare le principali sfide ambientali.
La riduzione delle emissioni per effetto del minor consumo di energia è la principale motivazione addotta dagli intervistati (66%), seguita dalla salvaguardia delle risorse naturali (37%) e dal minor consumo di acqua (31%).
“L’indagine mostra che l’edilizia verde globale continua a raddoppiare ogni tre anni – ha affermato John Mandyck, responsabile della Divisione Sostenibilità di United Technologies Corp. – Sempre più persone riconoscono il valore economico e la redditività che gli edifici verdi apportano a proprietari e inquilini, oltre ai vantaggi ambientali derivanti dai risparmi energetici e idrici i vantaggi energetici e di acqua per l’ambiente, che sta guidando la crescita del settore della bioedilizia. Si tratta di vantaggi reciproci per le persone, il pianeta e l’economia“.
Il mercato legato ai materiali green raggiungerà, secondo il Rapporto, un valore di 234 miliardi di dollari entro il 2019 e in tutte le regioni di attività degli intervistati, oltre il 60% dei progetti sarà verde entro il 2018.
La crescita della bioedilizia continuerà anche in Paesi come gli Stati Uniti, la Germania e la Gran Bretagna, ma saranno le economie emergenti a spingere di più. Ad esempio, il Brasile prevede una crescita di sei volte (dal 6% del 2015 al 36% del 2018); la crescita prevista in Cina è di cinque volte (dal 5% al 28% e quadrupla quella in Arabia Saudita (dall’8% al 32%).
Negli USA l’aumento di costruzioni verdi sarebbe in gran parte sostenuto dalla Pubblica Amministrazione, direttamente coinvolta nel green building:
– il 46% degli intervistati si aspetta di lavorare su nuovi edifici istituzionali verdi, rispetto al 38% a livello globale;
– il 43% prevede di lavorare sulla ristrutturazione verde di edifici esistenti, rispetto alla media globale del 37%.
“La crescita dei progetti di bioedilizia è chiaramente un’opportunità per le imprese degli Stati Uniti, ma lo è anche in molti dei Paesi in via di sviluppo – ha osservato Stephen Jones, Senior Director Industry Insights di Dodge Data & Analytics – La competenza acquisita da progettisti, costruttori e industriali dell’edilizia verde statunitense è probabilmente determinante nel sostenere le aspettative di crescita della bioedilizia re che sia essenziale per sostenere le elevate aspettative di bioedilizia rivelate dagli intervistati dello studio”.
I 3 Paesi europei inclusi nello studio presentano situazioni diverse di mercato, con differenti aspettative di crescita di edilizia green.
– In Germania, è prevista una forte crescita di progetti verdi (attorno al 60%) entro il 2018 per la maggior parte degli intervistati. A prevalere (39%) sono le aspettative per il settore commerciale e istituzionale, ma anche quelle legate alle ristrutturazioni segnalano una interessante percentuale (36%).
– In Polonia, la crescita del segmento verde è più misurato, con solo il 10% degli intervistati che prevede una crescita di oltre il 60%, con un trend compreso tra il 31% e il 18%. Anche in questo Paese le previsioni indicano che a prevalere saranno i nuovi edifici commerciali (50%) e gli spazi commerciali interni (27%), mentre rimane bassa la percentuale di coloro che si aspettano un forte impegno della pubblica amministrazione.
– Nel Regno Unito, la transizione edile verde è più complicata con aspettative in leggero calo rispetto alla precedente ricerca, anche se le previsioni a più lungo termine sono positive. Per i prossimi 3 anni, la maggior parte degli intervistati (44%) indica che a trainare l’edilizia verde saranno le ristrutturazioni degli edifici esistenti, mentre è più bassa la percentuale (40%) di quelli che prevedono un incremento nell’edilizia residenziale e ancora più bassa (37%) la percentuale di coloro che ritengono l’intervento delle istituzioni.
I risultati combinati degli altri 18 Paesi europei che hanno partecipato allo studio mostrano un notevole aumento (+27%) di chi si aspetta di fare più del 60% di progetti verdi entro il 2018, rispetto alla situazione attuale. Il dato trova conferma nel forte calo di coloro che non ritengono buone le prospettive della bioedilizia (dal 15% al 5%), a dimostrazione, dicono gli autori dello Studio, che “l’Europa, nonostante la sua eccellente reputazione per la bioedilizia, rimane tuttora un mercato in crescita”.