Cade il 28 luglio quest’anno (in leggero anticipo rispetto al 2021) il giorno in cui l’umanità ha consumato più risorse di quante la Terra possa rigenerarne. Per l’occasione Global Footprint Network ha lanciato la Piattaforma Power of Possibility che illustra i molti modi in cui possiamo migliorare la sicurezza delle nostre risorse in 5 aree chiave; biosfera sana, energia, cibo, città e popolazione.
Cade il 28 luglio, in leggero anticipo rispetto all’anno scorso (29 luglio), l’Earth Overshoot Day 2022, ovvero il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali possono rinnovare nel corso dell’intero anno ed entra in debito ecologico.
A calcolare l’Earth Overshoot Day è il Global Footprint Network, un’Organizzazione di ricerca internazionale che si occupa di sviluppare e promuovere strumenti volti ad accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile, sulla base dell’indicatore ambientale “impronta ecologica” che misura la quantità di suolo e di mare biologicamente produttivi che servirebbero per generare le risorse consumate dalla popolazione e assorbire i suoi rifiuti e emissioni, confrontandola con la “biocapacità” della Terra di rigenerarle in un anno.
“Tra la pandemia, eventi climatici più estremi e la ripresa o intensificazione delle guerre in diversi continenti che portano a una massiccia insicurezza alimentare – ha dichiarato Mathis Wackernagel, Presidente del Global Footprint Network – l’importanza di promuovere la sicurezza dell’accesso alle risorse per sostenere la propria prosperità economica sta diventando sempre più determinante per le città, le nazioni e persino per le imprese”.
Attualmente l’umanità utilizza il 74% in più di quanto gli ecosistemi del pianeta possono rigenerare, che equivale ad utilizzare “1,75 Terre”. Secondo i National Footprint & Biocapacity Accounts (NFA), calcolati sui dati delle Nazioni Unite e ora prodotti dalla Footprint Data Foundation (FoDaFo) e dall’Università di York (Canada), questo deficit è il più grande da quando il mondo è entrato in overshoot ecologico all’inizio degli anni Settanta.
Ma non tutti i Paesi depredano con la stessa intensità. Se l’intera popolazione globale vivesse come gli statunitensi, servirebbero 5,1 Terre per soddisfarne i bisogni; 4,5 Terre se tutti avessero lo stile di vita degli australiani, 3,4 dei russi, 3,0 dei tedeschi, 2,9 dei giapponesi e così via. L’Italia, nella classifica dei Paesi più famelici, è al 10° posto: se tutti vivessero come noi, servirebbero 2,7 Pianeti per alimentarsi, tant’è che per noi italiani l’overshoot day è caduto il 25 maggio 2022.
Viceversa ci sono altri Stati che sono a credito, come l’India si ferma allo 0,8.
Oltre 50 anni di superamento globale delle risorse hanno portato a un mondo in cui l’aggravarsi della siccità e dell’insicurezza alimentare è accompagnato da temperature insolitamente più calde. Come indica la data, l’umanità continua ad aumentare il suo deficit ecologico annuale dopo solo due anni dalla riduzione dell’uso delle risorse indotta dalla pandemia, che aveva eccezionalmente posticipato la data di 24 giorni nel 2020.
Esistono già diverse soluzioni che sono efficaci ed economicamente vantaggiose per invertire l’overshoot ecologico e sostenere la rigenerazione biologica. Le opportunità provengono da tutti i settori dell’economia: tecnologie o servizi disponibili in commercio, strategie di sviluppo dei governi locali, politiche pubbliche nazionali o buone pratiche sostenute da iniziative della società civile e dal mondo accademico.
Lo scorso giugno, Global Footprint Network ha lanciato la piattaforma Power of possibility, che mostra numerosi esempi classificati secondo 5 principali pilastri di intervento: biosfera sana, energia, cibo, città e popolazione. Ad esempio, il passaggio alle reti intelligenti e a una maggiore efficienza dei nostri sistemi elettrici comporterebbe uno spostamento della data (#MoveTheDate) di 21 giorni. Dimezzare gli sprechi alimentari sposterebbe la data di 13 giorni. La coltivazione di alberi insieme ad altre colture sullo stesso terreno, nota anche come coltura consociata, sposterebbe la data di 2,1 giorni.