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Disuguaglianze: presentato il 1° Rapporto Cariplo

Il 1° Rapporto sulle disuguaglianze della Fondazione Cariplo, dedicato in questa edizione a quelle di apprendimento, sottolinea come non riguardino solo coloro che ne subiscono le conseguenze peggiori, ma coinvolge l’intera comunità ed è un ostacolo allo sviluppo.

La disuguaglianza dalle molte dimensioni rappresenta una ferita per la singola persona e per tutta la comunità e un ostacolo allo sviluppo. Ne emerge la necessità di un’azione condivisa e di un atteggiamento proattivo perché le opportunità di futuro siano sempre più accessibili a tutti i cittadini.

È quanto fotografa il 1° Rapporto Disuguaglianze “Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze”, di Fondazione Cariplo presentato il 28 marzo 2023 nel corso di un evento online, finalizzato a creare conoscenza sulle diverse dimensioni della disuguaglianza, ma anche a portare all’attenzione del dibattito pubblico il tema delle disuguaglianze attraverso una nuova prospettiva che possa essere utile per sviluppare insieme nuove e più efficaci soluzioni per lo sviluppo di società più inclusive e fornire uno strumento di conoscenza per addetti e non addetti ai lavori, dedicando questa prima edizione alle disuguaglianze di apprendimento.

Pochi temi sono difficili da trattare come quello delle disuguaglianze, perché spesso il disaccordo riguarda persino il metodo e l’ambito di discussione: è un tema che riguarda il volontariato, le politiche di sostegno per i più deboli, gli esperti delle scienze sociali? – ha sottolineato Federico Fubini, Vicedirettore del Corriere della Sera che ha presentato il Rapporto di cui è stato curatore –  Questo rapporto muove dall’idea che le diseguaglianze riguardino la collettività nel senso più ampio e questa convinzione dà forma al nostro lavoro. Certi che la diversità sia un valore da coltivare piuttosto che causa di frammentazione, abbiamo deciso di impostare il lavoro integrando approcci e metodologie diversi mettendoli in dialogo fra loro, perché potessero contribuire assieme alla costruzione di una visione unitaria e comune”.

Come si legge nella nota stampa, l’esigenza di un rapporto sulle disuguaglianze, emerge da una riflessione che la Fondazione Cariplo ha approfondito durante e dopo la pandemia, davanti all’aumento delle diverse forme di povertà, che colpiscono in particolare i giovani e le famiglie con figli piccoli

Il Rapporto, dopo aver tracciato gli indicatori principali e le dimensioni che concorrono a generare la disuguaglianza economica e di reddito (in Italia), si concentra sull’impatto della disuguaglianza nei percorsi di apprendimento, nella costruzione della persona e della visione del “proprio posto nel mondo”. Questa parte della ricerca è stata condotta in ambito locale, al fine di disporre di un contesto di dimensioni tali da permettere di far emergere le diverse dinamiche compresenti in uno stesso territorio. Il territorio di Milano, in particolare, ha fatto da “incubatore” per un’analisi sul campo che ha permesso di indagare la dimensione di “outlook”, ossia di sguardo sul proprio futuro, da parte dei ragazzi. Milano e il suo territorio sono infatti un avamposto capace di cogliere con anticipo fenomeni sociali emergenti e trasversali e sono inoltre uno straordinario laboratorio di solidarietà che permette di intercettare i bisogni e immaginare nuove soluzioni.

Da decenni la nostra società ha vissuto grandi trasformazioni e al contempo l’area della povertà è cresciuta in maniera molto importante: nel 2021 circa due milioni di famiglie si trovano in una situazione di povertà assoluta, ossia più del doppio rispetto al 2005
In tale contesto, il percorso di istruzione obbligatoria fatica purtroppo da solo a svolgere il ruolo di ascensore sociale per i gruppi di studenti più svantaggiati, contribuendo anzi a sedimentare le disuguaglianze iniziali di apprendimento che derivano dai diversi background socioeconomici. 
Il crescere in un certo contesto sociale tende infatti a influenzare fin dai primissimi anni di vita le attitudini delle persone e questo si evidenzia sempre più precocemente, a partire dai bambini della scuola materna. Questo condiziona gli apprendimenti ma, in modo più profondo, condiziona lo sguardo su di sé e sul mondo: il 55% dei ragazzi che crescono in centro pensano di andare all’estero; fra chi cresce in periferia solo il 29%. Emergono inoltre differenze, sin dall’età prescolare, tra la capacità di immedesimazione, la capacità di fiducia e di lettura del contesto: tutte competenze cruciali per la persona e per la sua vita sociale, lavorativa e collettiva. 

La “mobilità sociale” è quindi un obbiettivo che va sostenuto con opportuni interventi per garantire la rimozione degli ostacoli che non la permettono, contrastando la disuguaglianza di opportunità.

Le fragilità si propagano e si sommano: esiste una compresenza tra diverse forme di esclusione e di “povertà” che toccano varie dimensioni della vita delle persone; laddove il livello di studio è più alto la popolazione presenta delle condizioni di salute generale migliori. Ma allo stesso tempo oggi in Italia solo l’8% dei giovani con genitori senza un titolo superiore ottiene un diploma universitario, contro una media OCSE del 22%.

La società reale, quella che conosciamo e viviamo presenta un livello di sviluppo inferiore alle sue potenzialità a causa delle disuguaglianze. Fino a quando continueremo a pensare che le disuguaglianze riguardino esclusivamente coloro che ne subiscono le conseguenze peggiori, il nocciolo della questione rischia di sfuggire. La disuguaglianza è un’ingiustizia per la singola persona, è una ferita per la comunità ed è un ostacolo allo sviluppo.

Questo rapporto ci richiama alla responsabilità ma ci dà anche elementi straordinari dell’enorme spazio di possibilità – ha sottolineato nel suo intervento il Presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni FostiIo vorrei essere più attento a questo spazio piuttosto che farmi soffocare dalla responsabilità. Invito chi vorrà commentare il rapporto a non enfatizzare la dimensione allarmistica, che evidentemente dovrebbe suscitare in tutti, ma che venisse raccontato il senso di responsabilità che abbiamo di fronte se ci mettiamo insieme a lavorare su questa partita”. 

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