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Diritti umani e cambiamenti climatici: 17 Stati contro Trump

diritti umani e cambiamenti climatici

Una coalizione di 17 Stati guidati dalla California, oltre al District of Columbia, ha promosso presso la Corte di Appello del Distretto Federale una causa nei confronti dell’Amministrazione Trump per l’allentamento dei vincoli sulle emissioni di auto e camion da parte dell’EPA (Agenzia statunitense per la Protezione Ambientale) che viola le regole del Clean Air Act di Obama, secondo quanto riferisce con un articolo del 1° maggio 2018 il New York Times.

Proprio in concomitanza con l’avvio dei Climate Talks di Bonn, il 30 aprile 2018 era stato presentato il Rapporto “Global trends in climate change legislation and litigation: 2018 snapshot” del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment che fa parte della London School of Economics and Political Science (LSE), che costituisce una valutazione delle azioni intraprese dai Governi per raggiungere gli obiettivi climatici sottoscritti, dove si sottolineava che sono sempre più numerosi a livello globale i casi giudiziari che correlano diritti umani e cambiamenti climatici.

La Conferenza in svolgimento a Bonn (30 aprile – 10 Maggio 2018), peraltro con scarsa attenzione mediatica, deve preparare la Conferenza delle Parti (COP24) della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) che si svolgerà nella città polacca di Katowice (3-14 dicembre 2018), per l’attuazione dell’Accordo di Parigi (2015) volto a limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2 °C alla fine del secolo e di fare comunque ogni sforzo per contenerlo a 1,5 °C. Il Programma dei lavori prevede:
– lo svolgimento della 48ma sessione dell’ Organismo per il Supporto Scientifico e Tecnologico di attuazione (SBSTA48);
– la ripresa dei lavori del Gruppo ad hoc dellAccordo di Parigi (APA1.5);
– la prima riunione del Talanoa Dialogue, il dialogo facilitativo su tre aspetti fondamentali “Dove siamo, dove vogliamo andare e come ci arriviamo?”(Where are we? Where do we want to go? How do we get there?), fortemente voluto dalla Presidenza della COP23 della Repubblica di Figi, piccolo Stato insulare del Pacifico, assurto a simbolo della vulnerabilità e dei rischi che corrono soprattutto i piccoli Stati insulari per effetto dell’innalzamento del livello del mare.

I dati del Rapporto del Grantham Research Institute derivano da un data base gestito insieme Centro Sabin presso la Columbia Law School, che copre le leggi e le misure politiche sui cambiamenti climatici, relative ai settori dell’energia, dei trasporti, di uso dei suoli e di resilienza climatica, emanate a livello nazionale dai vari Paesi, includendo i 50 più grandi emettitori mondiali di gas a effetto serra e 93 dei primi 100 emettitori, che assieme rappresentano circa il 95% delle emissioni globali.

Dal Rapporto emerge che:
– tutti i 197 Paesi firmatari o che hanno ratificato l’Accordo di Parigi hanno almeno una legge o una politica sui cambiamenti climatici;
– complessivamente ci sono oltre 1.500 leggi e politiche sul clima in tutto il mondo, 106 delle quali sono state introdotte dopo che è stato raggiunto l’Accordo e 28 ne fanno specifico riferimento;
– sono state emesse sentenze o sono tuttora in corso oltre 1.000 casi giudiziari contro i Governi, che mettono in relazione diritti umani e clima800 dei quali si svolgono negli USA, molti dei quali avviati negli ultimi 18 mesi come risposta all’annullamento delle normative sul clima da parte dell’amministrazione Trump, compresa la sua intenzione di lasciare l’Accordo di Parigi, mentre grandi città come San Francisco, Los Angeles e New York hanno intentato azioni legali contro le compagnie dei combustibili fossili per il loro ruolo nel contribuire ai cambiamenti climatici.

Il Rapporto osserva, inoltre, che, vi è una certa integrazione delle preoccupazioni sul clima nella politica energetica nell’86% dei Paesi, e che le leggi e politiche introdotte che si concentrano in particolare sull’elettrificazione, l’efficienza energetica, la diffusione delle energie rinnovabili, rappresentano il 39% di tutte le nuove leggi e politiche esaminate.

La capacità di implementare obiettivi dichiarati a livello internazionale in leggi e politiche nazionali attuabili avrà un grande impatto per il successo dell’Accordo di Parigi – affermano Michal Nachmany e Joana Setzer, gli autori del Rapporto – Inoltre, lemergere di casi giudiziari che collegano cambiamenti climatici e diritti umani avrà un impatto significativo nel tenere sotto pressione i Governi e gli emettitori di gas serra ad intraprendere azioni e misure di controllo“.

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