Presentata la X edizione del Rapporto ISPRA sulla “Qualità dell’Ambiente Urbano” che quest’anno è accompagnato da un Focus di grande rilievo ed attualità dedicato alle città di fronte alle sfide dei cambiamenti climatici.
Qualità dell’aria, mobilità verde, consumo di suolo, sono solo alcuni dei grandi temi trattati nel Rapporto 2014 “Qualità dell’ambiente urbano”, la pubblicazione dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) giunto alla X edizione, frutto del lavoro coordinato e condiviso dell’intero Sistema Agenziale (ISPRA-ARPA-APPA), presentato a Roma il 18 dicembre 2014 nel corso di un apposito Convegno.
L’analisi integrata dei principali temi ambientali delle 73 città italiane capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e tutti i capoluoghi di regione, costituisce un corpus di informazioni sempre più completo, solido e confrontabile che restituisce ai vari soggetti interessati (amministratori, tecnici, cittadini) dati utili ad approntare politiche di sostenibilità alla scala locale.
Quest’anno il dato che risalta di più è il calo delle emissioni di PM10, registrato nel settore dei trasporti su strada in 12 anni, anche se permangono troppo elevate le concentrazioni.
Nelle aree urbane prese in considerazione nell’indagine, dal 2000 al 2012, le emissioni di PM10 risultano quasi sempre in diminuzione, con una riduzione complessiva del 37% (tranne nel caso di alcune città più piccole per le quali il crescente consumo di biomassa legnosa per il riscaldamento ne ha determinato un incremento complessivo). Alle riduzioni riscontrate nel settore trasporti su strada (50%) e industriale (63%), infatti, si aggiunge l’aumento del 47% dovuto al riscaldamento. Per quanto riguarda le emissioni di ossidi di zolfo, significativo è l’apporto del trasporto marittimo nazionale che vede una riduzione delle emissioni del 66%, nello stesso periodo, mentre quelle dovute al trasporto marittimo internazionale aumentano del 33% rappresentando, nel 2012, ormai il 36% del totale delle emissioni nazionali di ossidi di zolfo contro il 9% del 2000. Nonostante queste importanti diminuzioni delle emissioni, i livelli di PM10 continuano ad essere troppo elevati.
In linea generale, il quadro che emerge è di una popolazione in aumento nelle province a scapito delle città: un calo dello 0,8% nei capoluogo contro un aumento del 6,2% nelle rispettive province (fonte ISTAT 2001-2011). Singolare il caso di Roma dove si assiste ad un +2,8% del capoluogo contro un +19,6% dei comuni della provincia. In controtendenza Matera (+3,5) e Reggio Calabria (+0,3%) che continuano a mantenere un ruolo di attrazione rispetto alla provincia (rispettivamente -4,2% e -3,6%).
Diminuiscono anche gli spostamenti, compresi quelli di prossimità. Nonostante il depauperamento delle città, gli Italiani, per quanto attiene ai trasporti, sono ancora lontani da uno shift modale: la tendenza a preferire il trasporto pubblico non è sostenuta da un’adeguata offerta di mobilità pubblica. Nel 2012 la disponibilità di mezzi si attesta, infatti, tra le 5 e le 10 vetture per 10.000 abitanti in oltre il 50% del campione delle 73 città). In particolare, cala l’offerta, di autobus, tra il 2008-2012 soprattutto a Siracusa (-75,4%), Napoli (-54,7%) e Ragusa (-41,1%). Nonostante una maggiore dichiarata propensione a usare il TPL, si riduce anche l’utilizzo di trasporto pubblico locale: in oltre il 76% delle città tra il 2008 e il 2013 si è verificata una riduzione del numero dei passeggeri trasportati. Infine, anche se migliora il sistema di metropolitane, l’auto privata detiene ancora il primato.
L’andamento del parco auto a gasolio delle 73 città in esame segue il trend nazionale che a fronte della diminuzione generale del parco auto totale, risulta, nel 2013, in leggero aumento (+1,3%) rispetto all’anno precedente.
Sempre in ambito trasporti, torna ai minimi storici del 2009 il trasporto marittimo: a causa della crisi globale diminuisce sia il volume totale di merci movimentato nei 20 porti in esame, sia il numero dei passeggeri trasportati che, dal 2012 ad oggi, si riduce progressivamente raggiungendo il valore minimo degli ultimi anni con quasi 33 milioni di passeggeri (-9,9% rispetto al 2011).
Altro indicatore significativo della pressione che il settore produttivo esercita sull’ambiente è il tasso di crescita delle imprese: in Italia nel 2013 sono nate 384.483 nuove imprese, circa 600 in più rispetto al 2012, crescita che però non compensa il calo subito negli anni precedenti (-11,8% rispetto al 2007) e il numero delle attività cessate nello stesso periodo, passato da 364.972 del 2012 a 371.802 del 2013.
Situazione sempre più drammatica per quanto riguarda la quantità di suolo consumato: tra le città esaminate le più alte percentuali di consumo si trovano a Napoli e Milano, con valori superiori al 60%, e a Torino e Pescara con oltre il 50%. Superano il 40% Bergamo, Brescia, Monza e Padova. Tra i comuni del Sud, Bari e Palermo si attestano intorno al 40%, mentre negli altri si rilevano percentuali inferiori al 30%. Tra i comuni con estensione territoriale molto ampia, invece, i valori assoluti più alti si riscontrano a Roma con oltre 33.000 ettari ormai persi e Milano (11.000 ettari).
L’area totale a rischio, nelle 45 città attraversate da faglie capaci, è pari a circa 244 km2, corrispondente a circa il 2,5% del territorio analizzato. La pericolosità da fagliazione superficiale è assai rilevante a Reggio Calabria, Messina, Catanzaro e Cosenza; è rilevante a L’Aquila, Siracusa, Ragusa e Benevento e non trascurabile a Trieste, Udine e Perugia, mentre è poco rilevante nelle altre 34 città. Ancora, in totale sono state censite oltre 14.000 frane per un’area complessiva in frana pari a quasi 390 km2. Potenza, Matera, Trento, Genova, Ancona, L’Aquila e Perugia presentano i valori più elevati sul territorio comunale, mentre i comuni che ricadono prevalentemente in aree di pianura presentano un dissesto da frana molto basso. La stima della popolazione esposta supera i 3.000 abitanti a Genova, Trento, Perugia, Ancona, Potenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Messina.
“L’ambiente urbano: conoscere e valutare la complessità” è il documento che accompagna il X Rapporto dove per la prima volta si propone una lettura trasversale dei temi ambientali che sono trattati nel Rapporto e che si conforma allo schema interpretativo utilizzato nella prima esperienza di valutazione integrata della qualità dell’ambiente urbano fatta dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente: Fattori economici e società; Suolo natura e territorio; Determinanti ambientali della qualità della vita; Uso efficiente delle risorse; Pianificazione locale e buone pratiche.
Nel corso dell’evento, inoltre, è stato presentato il Focus di accompagnamento al Rapporto: “Le città e la sfida dei cambiamenti climatici”, realizzato dal Servizio Monitoraggio e prevenzione degli impatti sull’atmosfera del Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale di ISPRA.
Il Focus propone una lettura trasversale delle risposte che i cambiamenti climatici esigono già oggi dalle realtà urbane dando spazio alle esperienze degli addetti ai lavori, sia pubblici che privati.
I 28 contributi che compongono la pubblicazione hanno visto, infatti, il coinvolgimento diretto oltre che dei Dipartimenti dell’Istituto e del Sistema Agenziale, anche di altri rappresentanti del mondo della ricerca, di enti di governo del territorio, di associazioni no-profit.
Il Focus è stato, quindi, strutturato in 3 sezioni:
Nella prima “Mitigazione” si affrontano le cause di origine antropica dei cambiamenti climatici, cercando di porre l’accento sugli aspetti relativi al monitoraggio delle emissioni di gas-serra e sulla stretta connessione che queste hanno con la gestione del sistema energetico nelle aree urbane, attraverso un’analisi teorica e degli esempi pratici di pianificazione relativi alle attività che molti enti locali stanno affrontando nell’ambito del Patto dei Sindaci.
La seconda “Impatti e vulnerabilità” si apre con un breve zoom sugli aspetti più prettamente climatici, analizzando i trend delle temperature e degli eventi estremi su scala nazionale e locale, per poi approfondirne le conseguenze in termini di salute e benessere, gli effetti sulla qualità dell’aria, i possibili impatti sulla distribuzione dei pollini.
Vengono altresì affrontate tematiche quanto mai attuali nelle nostre città relative agli eventi estremi di precipitazione e alle criticità geologico-idrauliche (caso studio di Roma Capitale) e agli aspetti di vulnerabilità territoriale ad esse connessi.
Nella terza “Adattamento” si compone, infine, il quadro relativo all’insieme delle iniziative, dei progetti e degli interventi che le amministrazioni comunali stanno implementando per poter rispondere proattivamente alla sfida dei cambiamenti climatici, a beneficio della salute e della sicurezza dei propri cittadini e territori. Partendo dall’iniziativa europea “Mayors Adapt”, lanciata nel marzo di quest’anno dalla Commissione UE, i contributi della sezione offrono alcuni spunti interessanti sui temi della governance a livello locale, nonché della pianificazione del territorio più in generale.