Cambiamenti climatici Clima

COP21: in Marcia per contrastare il riscaldamento globale

COP21 la marcia

Secondo AAVAZ, l’organizzazione non governativa internazionale che si batte affinché i processi decisionali di portata globale vengano influenzati dall’opinione pubblica e che ha promosso la Marcia Globale per il Clima del 29 novembre 2015 alla vigilia dell’apertura della COP21 di Parigi, sono stati 675 mila i partecipanti agli oltre 2.300 eventi che si sono svolti in 150 Paesi.

Tra questi, anche la Marcia organizzata a Roma dalla Coalizione per il Clima, costituita da oltre 150 Associazioni, alla quale hanno preso parte 20 mila persone che hanno marciato, con alla testa il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, per le strade della capitale per chiedere ai “Governi di non fare a Parigi un accordo a ribasso”.

Dopo i tragici attentati di Parigi, il Governo francese aveva vietato ogni manifestazione nella città, così i parigini hanno lanciato un appello ai cittadini di tutto il mondo affinché scendessero nelle strade e nelle piazze anche a loro nome, e in solidarietà con tutti coloro che in diversi Paesi sono stati colpiti dal terrorismo.

A Parigi gli organizzatori hanno ugualmente inscenato una marcia simbolica con decine di migliaia di scarpe donate da coloro che avrebbero voluto partecipare alla marcia, che raccolte da AAVAZ  sono state posizionate a Place de la République, la piazza principale della zona dove si erano svolti gli attentati e dove, purtroppo c’è stato un corteo non autorizzato che si è scontrato con le forze dell’ordine proprio nell’area della piazza diventata il luogo dell’omaggio alle vittime degli attentati.

Tra le numerose personalità che hanno voluto testimoniare la loro simbolica presenza inviando le proprie scarpe che verranno poi donate in beneficenza, le ormai note scarpe nere lisce di Papa Francesco e quelle da jogging del Segretario delle Nazioni Unite Ban ki-moon.

La Conferenza su Clima che si apre oggi a Parigi rischia di caricarsi di aspettative che difficilmente potranno essere esaudite nel corso delle trattative, stante le distanze che ancora permangono tra le Parti contraenti la Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), come abbiamo testimoniato in più occasioni tra cui, i risultati dell’ultima sessione formale dei Colloqui sul Clima di Bonn (19-23 ottobre 2015) e quelli della Riunione Pre-COP, svoltasi a Parigi (8-10 novembre 2015).

Gli aspetti dirimenti sono sinteticamente:
– se l’Accordo debba essere vincolante;
– se possono essere introdotte misure sanzionatorie per i Paesi che non dovessero ottemperare agli impegni;
– se introdurre un sistema di monitoraggio e revisione periodica;
– l’entità dei finanziamenti dei Paesi ricchi a favore di quelli poveri per sostenerli nelle azioni di adattamento e mitigazione per il clima;
– se gli impegni per la riduzione delle emissioni climalteranti siano in grado di conseguire l’obiettivo di mantenere il riscaldamento entro i 2 °C entro la fine del secolo.

Comunque, qualunque Accordo dovesse emergere dalla Conferenza di Parigi non sarà sufficiente a scongiurare a medio termine gli impatti dei cambiamenti climatici in atto, ma firmare un Accordo costituirebbe un segnale importante per i Governi, i cittadini, le imprese, gli investitori che è stata tracciata la via da seguire se si vuole permettere alle future generazioni di continuare a vivere sull’unico Pianeta a disposizione.

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