Circular economy Risorse e rifiuti Sostenibilità

Confindustria e Conou: insieme per un’economia circolare

A margine della sigla del Protocollo d’Intesa tra Confindustria e il Conou (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) che dà il via al road-show CircOILeconomy, un percorso a tappe per migliorare la gestione e raccolta dell’olio lubrificante usato da parte delle imprese, abbiamo rivolto alcune domande al Presidente Conou, Paolo Tomasi.

di Fabio Bastianelli

Il 15 gennaio 2019, presso la sede di Confindustria a Roma, il Presidente del Gruppo Tecnico Industria e Ambiente di Confindustria, Claudio Andrea Gemme e il Presidente del Consiglio di Amministrazione del CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati), Paolo Tomasi hanno firmato il Protocollo di Intesa per la realizzazione di CircOILeconomy un road-show per informare e formare le imprese sulla corretta gestione dell’olio lubrificante usato.

A margine dell’evento abbiamo rivolto alcune domande al Presidente del Conou, per avere maggiori informazioni sul Protocollo e sul ruolo che il Consorzio svolge per la corretta gestione di un rifiuto, l’olio usato, che rientra tra quelli che la normativa definisce “pericoloso”.

Presidente quanto è importante per il CONOU questo Protocollo di Intesa con Confindustria?
Il Protocollo – spiega Paolo Tomasi – costituisce un’iniziativa collaborativa e di condivisione degli obiettivi tra Confindustria che mette a disposizione le sue sedi istituzionali per sostenere gli imprenditori nella transizione verso modelli di economia circolare e il Consorzio che cerca di elevare l’efficacia di una filiera già molto performante”.

Presidente, il Conou raccoglie e rigenera oli usati in quantità ben superiore alla media dell’Unione europea. Come è stata possibile questa performance?
Con il 45% di olio recuperato rispetto all’immesso al consumo, una percentuale assai elevata perché quasi la metà dell’olio si consuma durante l’utilizzo, siamo a vertici dell’UE – ha osservato il Presidente – L’olio raccolto  viene avviato per il 99% a rigenerazione, da cui derivano le basi di oli rigenerati e altri oli leggeri, e marginalmente gasoli e bitume”.

Devo dire che in qualche modo questo primato è anche dovuto alla scelta a suo tempo fatta per una soluzione che puntava alla rigenerazione dell’olio usato raccolto – ha aggiunto Tomasi – Mentre gli altri Stati dell’UE hanno praticato l’altra opzione prevista dalla Direttiva  del 1975 ovvero la combustione”.

Con le nuove Direttive sull’economia circolare questo dualismo viene superato?
La nuova Direttiva sui rifiuti nell’ambito del Pacchetto sull’economia circolare, parla per lo più di rigenerazione. E qualora l’analisi evidenziasse che non si potrebbe praticare nemmeno la combustione, si dovrà mettere in atto la termo distruzione, senza recupero, cioè, di calore”.

Presidente, qual è il contributo del Consorzio in termini di economia circolare?
Avendo praticato ormai da anni la rigenerazione, l’esperienza acquisita e gli impianti utilizzati sempre all’avanguardia tecnologica ci hanno permesso oggi di avere un prodotto di qualità tale da non avere differenze con quello originario, allungando così la vita del prodotto che è poi la filosofia sottesa all’economia circolare”.

Di fronte alla domanda se fosse possibile intraprendere un percorso di informazione anche per il comune cittadino che, ignaro dei pericoli per l’ambiente, pratica impropriamente il “fai da te”, il Presidente Tomasi, enfatizzando l’aspetto più critico della gestione del rifiuto ovvero lo stoccaggio, sostiene l’idea di un percorso da effettuare nelle varie città per sensibilizzare i cittadini sull’importanza non solo ambientale, ma anche economica di una efficiente gestione dell’olio lubrificante usato.

Seppure i dati di un recente sondaggio danno in costante crescita la consapevolezza dei cittadini su ruolo e compiti del Conou, il Presidente ritiene che il loro continuo coinvolgimento, come quello delle scolaresche, istituzioni e organizzazioni locali, sono fondamentali per continuare ad avere buoni risultati.

Oltre che di buone leggi, la salvaguardia dell’ambiente abbisogna della consapevolezza del singolo che ogni piccola azione può fare la differenza – ha concluso il Presidente del Conou, Paolo Tomasi – Il 2015 è stato l’anno del cambiamento: nel mese di maggio è uscita l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, e in autunno a Parigi alla COP21, veniva siglato l’Accordo per contrastare i cambiamenti climatici”.

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