L’annuale Rapporto di ENEA e CTI indica che con triennio 2016-2019 gli edifici con prestazioni energetiche più elevate sono passati dal 7% al 10%. Il dato è in linea con quello europeo dell’1% annuo che la Commissione UE ritiene che debba raddoppiarsi per essere sulla traiettoria degli obiettivi al 2030 di efficienza energetica, e a tal fine si ha appresta ad adottare il Piano d’azione “Ondata di ristrutturazioni”, previsto dal Green Deal europeo.
Gli edifici ad elevate prestazioni energetiche sono passati da circa il 7% al 10% del totale nel periodo 2016-2019, grazie al contributo di ristrutturazioni importanti e di nuove costruzioni.
È quanto emerge dal Rapporto “Certificazione Energetica degli Edifici”, frutto della collaborazione tra ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente), presentato il 24 settembre 2020 nel corso di un webinar.
Il Rapporto rappresenta un utile strumento di monitoraggio per valutare l’efficacia dei meccanismi di incentivazione, delineare l’andamento degli obiettivi di transizione energetica del parco edilizio italiano e, in particolar modo, quantificare il contributo potenziale del settore agli obiettivi comunitari di risparmio energetico, utilizzo di fonti di energia rinnovabile e riduzione delle emissioni di CO2.
I risultati del Rapporto si pongono, dunque, come base dati a supporto del legislatore, della Pubblica Amministrazione, del settore dell’edilizia, dei fornitori di servizi energetici e di riqualificazione, degli installatori e posatori, dei certificatori, degli operatori del settore immobiliare, degli istituti di credito e di tutti gli altri soggetti che rivestono un ruolo diretto o indiretto sull’evoluzione delle prestazioni energetiche degli edifici in Italia.
Per redigere il Rapporto ci si è basati su valutazioni approfondite delle caratteristiche costruttive e degli aspetti energetici degli immobili italiani, ricavati da 4,5 milioni Attestati di Prestazione Energetica (APE) del periodo 2016-2019, di cui l’85% riguardanti immobili residenziali.
“L’ENEA, anche in veste di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, ha contribuito attivamente all’introduzione della certificazione energetica in Italia – ha sottolineato il Presidente dell’ENEA, Federico Testa – Inoltre, l’Agenzia lavora costantemente con il Ministero dello Sviluppo Economico e con i principali operatori di settore per pianificare e realizzare politiche volte a una maggior diffusione dell’Attestato di Prestazione Energetica. Insieme alla possibilità di intraprendere scelte più consapevoli e motivare azioni per la riduzione dei consumi, le informazioni contenute negli attestati, raccolte nei catasti regionali e provinciali che alimentano a loro volta il Sistema Informativo sugli APE, sono fondamentali per analizzare le prestazioni energetiche dell’intero patrimonio edilizio italiano. Inoltre, attraverso innovativi sistemi di misura e contabilizzazione, le potenzialità dell’APE aumentano, restituendo dati sempre più accurati e accessibili ai consumatori. Pertanto, la certificazione energetica si pone come strumento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi in tema di efficienza energetica e il monitoraggio costante delle informazioni ottenute attraverso gli APE consente di sviluppare una pianificazione strategica in tema di riqualificazione, servizi e politiche energetiche”.
Dal rapporto emerge
anche come oltre il 60% del parco
immobiliare italiano sia nelle classi energetiche meno efficienti (F-G),
anche perché costruito principalmente tra il 1945 e il 1972; e le nuove
costruzioni rappresentano solo il 3,4% degli APE e di questi più del 90% sono
ad elevate prestazioni energetiche (A4-B).
Il settore non residenziale, che pesa
per il 15% sul totale degli APE, ricade per oltre il 50% degli attestati nelle
classi energetiche intermedie (C-D-E) e per più del 10% in quelle più efficienti (A4-B).
“Questo rapporto rappresenta un momento chiave di un progetto ambizioso: trasferire agli operatori del settore i risultati del lavoro e le informazioni in materia di certificazione energetica degli edifici che ENEA e CTI, grazie alla collaborazione delle Regioni e Provincie autonome e con la supervisione del MiSE, raccolgono durante la loro quotidiana attività – ha sottolineato il Presidente del CTI, Cesare Boffa – Il rapporto, grazie ai periodici aggiornamenti, consentirà a policy e decision maker di avere un solido riferimento per comprendere a fondo come le attività legislative e tecniche in materia di efficienza energetica degli edifici si evolvono nel tempo e influenzano le dinamiche di uno dei mercati più importanti per il sistema Paese”.
Una delle chiavi di lettura del Rapporto è la motivazione che ha determinato la redazione dell’APE si configura come una chiave di lettura nell’interpretazione dei risultati ottenuti sui diversi parametri analizzati. Conoscere la distribuzione delle motivazioni che hanno portato alla redazione dell’attestato, infatti, costituisce uno strumento importante anche per gli enti locali, dando la possibilità di verificare il tasso di rinnovo degli immobili del territorio e monitorare così lo stato di avanzamento dei propri piani energetici.
Oltre l’80% degli APE analizzati è stato redatto per passaggio di proprietà e locazione, procedure che non comportano interventi di miglioramento della prestazione energetica, giustificando così l’elevata percentuale di casi nelle classi energetiche peggiori.
Il Rapporto contiene le schede per ogni Regione e Provincia Autonoma italiana, con i riferimenti normativi, i filtri applicati per la validazione dei dati, la numerosità e altre informazioni relative agli APE, che costituiscono la fotografia della diffusione della certificazione energetica del parco edilizio in Italia e sono un utile strumento di pianificazione ai fini della valutazione dei meccanismi di incentivazione.
“L’efficientamento energetico in edilizia – ha dichiarato Anita Pili, membro del Coordinamento della Commissione Energia della Conferenza delle Regioni, nonché Assessore all’Industria della Regione Autonoma della Sardegna – rappresenta sicuramente uno dei cluster di sviluppo più importanti e rappresentativi a livello locale, con le Regioni che, nell’ambito di una cornice di riferimento di respiro europeo e nazionale, rivestono un ruolo determinante in termini di armonizzazione tra le esigenze del centro e quelle della periferia, tra le preminenti necessità di aderenza alle istanze di carattere generale e le singole vocazioni espresse dalle comunità locali”.
Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione della scorsa settimana, la Presidente della Commissione UE, nel proporre un aumento del target al 2030 di riduzione delle emissioni dal 40% al 55%, ha annunciato a tal fine una revisione anche dell’obiettivo dell’efficienza energetica, che, peraltro, presenta uno scostamento, pari al 2,8 % per il consumo di energia primaria e al 3,1 % per il consumo di energia finale, a fronte dell’obiettivo di almeno il 32,5 %. Per colmare il divario, la Commissione adotterà misure, in particolare attraverso l’imminente Comunicazione e adozione di un Piano di azione dell’iniziativa “Ondata di ristrutturazioni” (Renovation Wawe), lanciata lo scorso maggio e per la quale si è conclusa la fase di consultazione, con il fine raddoppiare l’attuale ritmo dell’1% annuo di ristrutturazione degli edifici per la prestazione energetica, considerando che l’80% degli edifici di oggi sarà ancora in uso entro il 2050, termine entro il quale l’UE ha stabilito di raggiungere l’obiettivo net zero carbon.
“Migliorare le prestazioni energetiche degli edifici rappresenta uno dei principali obiettivi per accompagnare la transizione energetica del nostro Paese con significativi benefici economici: gli interventi di riqualificazione energetica, infatti, hanno generato negli ultimi 10 anni circa 39 miliardi di euro di investimenti e 270 mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400 mila considerando anche l’indotto – ha sottolineato Ilaria Bertini, Direttrice del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA – Ora abbiamo a disposizione anche il Superbonus al 110% che persegue due obiettivi principali: rilanciare l’economia attraverso il comparto edilizio e migliorare le prestazioni energetiche del parco immobiliare. Il meccanismo ha ormai tutti i suoi tasselli al posto giusto e tutti i soggetti coinvolti – imprese, istituzioni, istituti di credito e la stessa ENEA – sono già oltre lo start di partenza, senza ritardi o intoppi”.