Il Comitato europeo delle Regioni (CdR), in un parere espresso in occasione dell’ultima Assemblea plenaria (8-10 dicembre 2020) sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle regioni, chiede che i governi subnazionali siano pienamente coinvolti nella definizione e nell’attuazione dei Piani nazionali per la ripresa.
“Bisognerebbe contrapporre alla mondializzazione, che desertifica umanamente ed economicamente così tanti territori, la localizzazione, che salvaguarda la vita delle regioni. Insomma, più vi è del mondiale, più bisogna che vi sia del locale […]”(Edgar Morin, “La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo”, AVE, Roma, 2020, p 51).
Edgar Morin, tra i maggiori intellettuali del nostro tempo, alla soglia dei 100 anni e alla luce della pandemia, rivisita la sua critica della globalizzazione “tecnoeconomica” tesa al “di più” anziché al “meglio”, rivalutando il ruolo delle comunità capaci di agire localmente e globalmente (glocal) attraverso interconnessioni, in grado di affrontare l’attuale drammatica crisi di civiltà, insieme sociale, ecologica e politica.
Portare le azioni del Green Deal a livello di territorio è l’obiettivo che si propone il Comitato europeo delle Regioni (CdR), l’organo consultivo dell’UE che esprime le opinioni degli enti regionali e locali sul processo legislativo dell’Unione europea.
Nel corso della sua 141ma sessione plenaria (8-10 dicembre 2020), svolta in modalità “digital”, il CdR, ha espresso il parere “Impatto dei cambiamenti climatici sulle regioni: valutazione del Green Deal europeo”, con il quale si sottolinea la necessità che i governi subnazionali siano pienamente coinvolti nella definizione e nell’attuazione dei Piani nazionali per la ripresa.
Durante la precedente sessione plenaria dello scorso ottobre, svoltasi in occasione della Settimana Europea delle Regioni e delle Città, la Commissione UE e il CdR si sono impegnati a dare il via a una nuova fase di cooperazione per accelerare l’attuazione del Green Deal nelle regioni e nelle città d’Europa. Nell’occasione il Vicepresidente esecutivo della Commissione Frans Timmermans, responsabile per il Green Deal europeo, ha invitato i governi locali e regionali ad assumere la titolarità del Green Deal e a dargli forma nei settori di loro competenza.
“L’azione per il clima comincia nelle strade e nei quartieri delle nostre città – ha dichiarato Timmermans – La Commissione europea e il Comitato europeo delle regioni lavoreranno insieme su iniziative quali l’ondata di ristrutturazioni [Renovation wave] i trasporti puliti e le città verdi. Il Comitato dovrebbe essere rappresentato nel consiglio politico del Patto dei sindaci e diventare un attore chiave del patto per il clima che sarà varato quest’anno [è stato lanciato con una Comunicazione il 9 dicembre 2020], nel cui ambito i suoi membri diventeranno ambasciatori per il clima. Iniziamo ad agire per il clima nelle nostre regioni, affinché possano servire da ispirazione per il resto del mondo”.
Se si tiene conto che fino al 70% delle misure di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e fino al 90% delle misure di adattamento al fenomeno vengono adottate dagli enti locali e regionali, che sono anche responsabili di oltre il 65% degli investimenti pubblici connessi al clima e all’ambiente nell’UE, si può ben comprendere come il CdR rivendichi che gli stessi vengano posti al centro delle iniziative del Green Deal, sollecitando un accesso diretto ai fondi dell’UE e un quadro di valutazione regionale a livello europeo per valutare le loro azioni e il loro impatto in materia di clima.
“il Green Deal avrà successo solo se supporterà un approccio dal basso verso l’alto – ha sottolineato il relatore del testo approvato il belga Andries Gryffroy, membro del Parlamento fiammingo – Chiediamo una più stretta cooperazione con la Commissione europea e gli Stati membri per garantire che le regioni e le città siano al centro. Numerose regioni e città hanno già adottato i Piani di transizione energetica ed accordi verdi locali. Tuttavia, questi si riflettono raramente nei piani e nelle strategie nazionali. Proponiamo che i governi subnazionali siano pienamente coinvolti nella definizione e nell’attuazione dei piani nazionali e ricevano un accesso più facile ai finanziamenti. Siamo pronti a lavorare con la Commissione europea e il suo Centro Comune di Ricerca per istituire un quadro di valutazione europeo regionale, per monitorare i progressi nell’attuazione della legislazione, delle politiche e dei finanziamenti relativi al clima e al Green Deal a livello locale e regionale”.
Le raccomandazioni del CdR formulate nel parere riguardano 3 ambiti: governance, finanziamenti e meccanismi di monitoraggio.
Per quanto riguarda la governance, il Comitato si rammarica che i contributi per il clima degli enti locali e regionali raramente si riflettano nei piani nazionali elaborati nelle capitali dell’UE. Le città e le regioni chiedono di partecipare in modo strutturato alla progettazione e all’attuazione dei piani nazionali di ripresa COVID-19 e agli investimenti del Green Deal, proponendo consultazioni obbligatorie e dialoghi multilivello da estendere a tutte le aree del Green Deal, inclusi energia e clima, trasporti, biodiversità e rinverdimento delle aree urbane.
Sul finanziamento, i membri del CdR mettono in guardia su una gestione centralizzata dei fondi dell’UE, chiedendo che le città e le regioni abbiano accesso diretto alle risorse dell’UE, poiché gli enti locali e regionali sono quelli che intraprendono la maggior parte delle misure di mitigazione e adattamento del clima e sono nella posizione migliore per conoscere le realtà sul campo.
Ricordiamo che le proposte sul bilancio pluriennale 2021-2027 (QFP), sui fondi per la ripresa post-Covid (RRF) e per Next Generation EU, quale concordate nel Consiglio europeo del 10 dicembre 2020, che ha accolto anche la proposta di tagliare del 55% “nette” le emissioni di gas serra al 2030, prevedono che “almeno il 30%” siano dedicati agli obiettivi climatici.
Sul monitoraggio, i membri del CdR ricordano che meccanismi e indicatori sono necessari per valutare accuratamente l’impatto dei cambiamenti climatici a livello locale e regionale, nonché per determinare i risultati delle città e delle regioni nella riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) e il loro contributo alla lotta al global warming.
Il Comitato propone di lanciare un quadro di valutazione regionale europeo per fornire prove dei progressi nell’attuazione del Green Deal e dei Piani di ripresa a livello locale. Gli indicatori sono necessari per avere una linea di base di ciascuna regione in termini di transizione climatica, nonché per identificare meglio le loro specificità, sfide ed esigenze e per valutare l’impatto delle azioni per il clima.
A tal fine il CdR ha recentemente creato un Gruppo di lavoro Green Deal a livello locale (GDGL) composto da 13 membri eletti a livello locale e regionale, al fine di garantire che la Strategia dell’UE per la crescita sostenibile e i Piani di ripresa dalla pandemia di Covid-19 si traducano in finanziamenti diretti per le città e le regioni, il cui ambito si estende a: Energia sostenibile; Trasporti puliti; Natura e Biodiversità; Cibo e Agricoltura; Finanza verde e Industria.