Energia Fonti rinnovabili

Caro energia: la soluzione strutturale all’emergenza

Nel corso di una Conferenza stampa, Elettricità Futura, sottolineando che il caro energia in atto non si ridurrà a breve, con il prezzo quadruplicato del gas con cui produciamo circa il 60% di energia elettrica, chiede al Governo di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti da rinnovabili, pari solo un terzo delle domande di allaccio già presentate, che ci permetterebbe di essere meno vincolati all’approvvigionamento di gas.

Secondo Elettricità Futura, la principale Associazione delle imprese che operano nel settore elettrico italiano (518 imprese associate con una quota del 70% del mercato elettrico italiano), la soluzione per aumentare l’indipendenza energetica e ridurre il caro energia è l’installazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili. 

La situazione geopolitica è drammatica – ha affermato il Presidente dell’Associazione Agostino Re Rebaudengo, durante una Conferenza stampa svolta lo scorso 25 febbraio a Milano – La sicurezza energetica deve essere tra le priorità dell’Italia e dell’Europa. Chiediamo di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti da rinnovabili, pari a solo un terzo delle domande di allaccio già presentate a Terna, che faranno risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. In altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il Governo stima di ottenere con l’aumento dell’estrazione di gas nazionale. Il settore elettrico è pronto a contribuire alla sicurezza energetica dell’Italia investendo 85 miliardi di euro e creando 80.000 nuovi posti di lavoro, dando un grande slancio all’economia italiana”.

Questi 60 GW di nuove installazioni, secondo Elettricità Futura, potrebbero provenire per 12 GW da eolico, idroelettrico e bioenergie e per 48 GW da fotovoltaico. Se per ipotesi i 48 GW di fotovoltaico fossero tutti realizzati su superficie agricola, si utilizzerebbe appena lo 0,3% della superficie totale. Oppure l’1,3% della superficie agricola già oggi abbandonata. Peraltro, gli impianti agrovoltaici previsti non sottrarrebbero neanche un metro quadrato di terreno. Un ulteriore contributo potrebbe inoltre arrivare dalla produzione di biometano dai rifiuti urbani, industriali e agricoli (passando da un miliardo di metri cubi a ben 10 miliardi).

Riguardo le rinnovabili ci sono diverse leggende metropolitane da sfatare ha osservato Nicola Lanzetta, Vicepresidente di Elettricità Futura e Direttore di Enel Italia La prima riguarda l’accusa di essere costose: invece se si potessero liberare quei 60 GW avremmo un risparmio del 40% sulla bolletta elettrica, quindi faremmo bene all’ambiente e al portafoglio. Dobbiamo inoltre pensare che la dipendenza dal gas non passerà, passata una crisi ce ne sarà un’altra, e dunque occorre trovare una soluzione. Oggi la nostra produzione di energia elettrica per il 50%, quindi per oltre la metà, viene fatta bruciando gas è evidente che se questa percentuale si abbassasse saremmo meno vincolati all’approvvigionamento del gas. Altro tema importante è quello del repowering: con il rinnovamento degli impianti già esistenti si potrebbe aumentare la produzione del 30-50%”.

Le rinnovabili sono le energie che costano meno. Già quest’anno i produttori rinnovabili hanno stipulato con il GSE (società interamente partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze) contratti a prezzo fisso per 20 anni a 65 €/MWh, quasi un quarto rispetto al prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica di gennaio 2022 pari a 225 euro/MWh.

Slide di presentazione di Re Rebaudengo

In Italia abbiamo abbondanza di acqua soprattutto al Nord, di vento e sole al centro e al sud, è il paese fatto apposta per l’utilizzo delle rinnovabili – ha aggiunto Renato Mazzoncini, Vicepresidente di Elettricità Futura e Amministratore delegato di A2A invece questa fonte di energia rappresenta solo circa il 40% in Italia”.

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