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BP Energy Outlook 2019: il ruolo delle rinnovabili solo nell’elettrificazione

BP, colosso petrolifero mondiale, ha pubblicato le sue previsioni della domanda energetica mondiale, da cui emerge che nello scenario “di continuità” il picco del petrolio non avverrà prima del 2040 e che quasi certamente non saranno conseguiti gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi.

Il colosso petrolifero BP ha pubblicato il 14 febbraio 2019 il suo annuale “Energy Outlook” che delinea una serie di scenari per il settore energetico, che vanno dalla decarbonizzazione compatibile con l’Accordo di Parigi alla crescente domanda energetica globale.

Secondo lo scenario principaleEvolving Transition” (ET) che fa previsioni a medio-termine sull’andamento del mercato petrolifero fino al 2040, presupponendo che le politiche di governo, le tecnologie e le preferenze sociali si evolvano in modo simile al recente passato (speriamo che non sia così perché in tal caso le emissioni aumenteranno, anziché diminuire), la domanda mondiale di energia aumenterà di circa un terzo fino al 2040, in gran parte determinata dalla continua crescita dell’economia in Asia,.

Il petrolio, fino al 2040 quando raggiungerà il picco, continuerà  a svolgere un ruolo preminente, passando dai 95 milioni di barili al giorno del 2017 ai 102 milioni, attestandosi intorno all’85% del mix energetico complessivo.

Anche se la stretta regolamentare sulle materie plastiche attualmente in atto in tutto il mondo potrebbe comportare una riduzione della richiesta di materia prima derivante dagli idrocarburi, con conseguente riduzione della domanda di petrolio, BP osserva che il pieno impatto sull’ambiente di tali restrizioni dipenderà dai materiali alternativi che vengono utilizzati al posto delle materie plastiche monouso.

Certo si potrebbe obiettare che le analisi di BP sono influenzate dagli interessi della Compagnia e che in passato hanno dimostrato di enfatizzare il fabbisogno di petrolio e di vedere una crescita più contenuta delle rinnovabili, ma è certo che la transizione energetica non procede con la velocità necessaria, tant’è che vi si afferma che quasi certamente non saranno conseguiti gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi.

Le fonti rinnovabili, secondo BP, sono destinate a crescere “più velocemente di quanto storicamente non sia avvenuto per un altro combustibile”, con una crescita tumultuosa nei prossimi 20 anni per l’energia eolica e solare, ma al 2040 rappresenterebbero solo il 15% circa del consumo di energia primaria.

È soprattutto nell’elettricità che le rinnovabili giocheranno un ruolo fondamentale con circa il 30% di generazione al 2040, superando, carbone, idroelettrico e nucleare, gas.

L’elettrificazione prosegue a livello mondiale, guidata dalle economie in via di sviluppo, con le energie rinnovabili a svolgere un ruolo sempre crescente.

Per il carbone, rispetto a quanto previsto nell’Outlook dello scorso anno viene indicata una discesa più veloce, rappresentando il 21% di quota nei consumi energetici al 2040, per effetto delle nuove politiche energetiche della Cina che prevedono grossi investimenti delle imprese nell’efficienza energetica e di una progressivo allontanamento dalle attività ad alta intensità energetica, anche se il Paese rimarrà il maggior consumatore di energia al mondo, tallonato solo dall’India.
Il cambiamento nel mix energetico della Cina rappresenta direttamente circa l’80% della revisione al ribasso del consumo di carbone a livello mondiale e circa un terzo della revisione al rialzo delle prospettive per le energie rinnovabili negli ultimi cinque anni – osserva BP – L’impatto complessivo di queste scelte sulle fonti rinnovabili è ancora maggiore perché aiutano a ridurre i costi dell’energia eolica e solare a mano a mano che vengono implementate più rapidamente, aumentando la penetrazione delle energie rinnovabili in altre parti del mondo“.

Anche le previsioni di crescita delle emissioni sono riviste al ribasso, rispetto allo scorso anno (10%), pur continuando ad aumentare al 2040 del 7%.

Pure al rialzo sono previste le auto elettriche che al 2040 passerebbero dai 3 milioni di oggi a oltre 320 milioni ovvero il 15% parco auto circolante nel mondo (2 miliardi), rispetto al 6% che era stato indicato al 2035. Circa il 30% dei chilometri percorsi nel 2040 saranno alimentati dall’elettricità.
Il divario tra il numero crescente di veicoli elettrici su strada e i chilometri alimentati dall’elettricità  – ha affermato il capo economista del gruppo BP, Spencer Daleè dovuto alla prevista crescita della cosiddetta mobilità condivisa da veicoli elettrici”.

Chilometri percorsi da autovetture per tipo di carburante

Tra gli scenari analizzati, c’è quello di “Rapida transizione” che riunisce in un unico scenario le misure politiche per le basse emissioni di carbonio per l’industria e gli edifici, i trasporti e l’energia. Il risultato, secondo BP, sarebbe di una riduzione del 45% circa di CO2 entro il 2040 rispetto ai livelli attuali, per effetto dell’efficienza energetica, di un passaggio più rapido a carburanti alternativi, a prezzi ben più elevati del carbonio (carbon tax) e alla realizzazione di sistemi di CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage)per catturare le emissioni delle centrali a carbone e gas.

Ma non saremmo ancora nella giusta traiettoria per conseguire gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Il nuovo Outlook mette in evidenza quanto velocemente i sistemi energetici mondiali stiano cambiando e come la doppia sfida di più energia con meno emissioni stia delineando il futuro – ha dichiarato l’Amministratore delegato di  BP, Bob DudleyCogliere questa sfida richiederà indubbiamente che molte forme di energia svolgano un ruolo”.

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