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Aumenta il ruolo delle rinnovabili nel mix energetico dell’UE

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L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 3 aprile 2017 il Rapporto “Renewable energy in Europe 2017: recent growth and knock-on effects” (L’energia rinnovabile in Europa nel 2017: la recente crescita e gli effetti a catena) da cui si evince che il contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico dell’UE si avvicina al 17%, in linea con l’obiettivo fissato al 2020 del 20% di approvvigionamento energetico derivante dalle rinnovabili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in tutta la regione del 10% dal 2005.

Nel Rapporto si sottolinea che il ruolo delle rinnovabili nel mix energetico UE è aumentato dal 15% nel 2013, al 16% nel 2014, al 16,7% nel 2015, e che questa tendenza è destinata a proseguire dal momento che le RES hanno rappresentato nel 2015 il 77% della nuova capacità di produzione elettrica, primato che è prosegue da 8 anni consecutivi, abbassando le emissioni di gas ad effetto serra da produzione di energia elettrica, da consumo energetico per riscaldamento e raffrescamento, e da settore dei trasporti.

Di pari passo è diminuito ulteriormente il “peso” del carbone, anche se “la dismissione dei combustibili fossili deve essere attuata ad un tasso più veloce per evitare che l’UE si ritrovi con attivi non recuperabili o incagliati nelle centrali elettriche ad alta intensità di carbonio entro il 2030“.

A livello di Stati membri, l’utilizzo di energie rinnovabili continua a variare notevolmente: dal 52,6% della Svezia, al 38,7 di Finlandia e Lettonia, si passa al 5,5% dei Paesi Bassi, fino al 4,7 di Malta e al 4,5 del Lussemburgo.
Eurostat, ha annunciato il 15 marzo che 11 Stati membri dell’UE hanno già raggiunto i loro obiettivi nazionali per il 2020, tra cui la Svezia, Italia, Danimarca e Romania, e Austria e Slovacchia sono al di sotto dei loro target dell’1%. Ancora distanti dai rispettivi obiettivi risultano Germania (14,6% , contro un obiettivo del 18%), Francia (15,2 contro il 23%), Spagna (16,2% contro il 20%), Belgio (7,9% contro il 13%).

Gli investimenti nelle fonti rinnovabili, afferma l’AEA, hanno continuato a mostrare una crescita costante negli ultimi 10 anni, che ha determinato un raddoppio della capacità di produzione di energia elettrica tra il 2005 e il 2015. In questo quadro l’UE svolge un ruolo di primo piano nello sviluppo di tecnologie energetiche “pulite” e si colloca al 2° posto dopo la Cina per capacità di energia elettrica rinnovabile domestica installata e connessa alla rete. Tuttavia, alcuni Paesi non UE stanno facendo progressi più rapidi dell’Unione, anche per quel che concerne i posti di lavoro connessi alle energie rinnovabili, essendo stata superata da altri Paesi, come Cina e Giappone.
L’UE e i suoi Stati membri dovranno intensificare i propri sforzi su clima ed energia – si sottolinea nel Rapporto – se vogliono soddisfare le ambizioni dell’UE di diventare un’economia sostenibile low-carbon entro il 2050. Le principali sfide rimangono, tra cui la formulazione di politiche adeguate che offrano obiettivi, l’accordo per un sistema di monitoraggio UE il miglioramento delle capacità di innovazione, per sfruttare appieno i vantaggi della transizione energetica in Europa“.

In base all’Accordo di Parigi, l’UE si è impegnata a produrre entro il 2030 il 27% del consumo energetico da rinnovabili e di tagliare le emissioni di gas ad effetto serra del 40% rispetto ai livelli del 1990, che dovrà ridursi al 2050 dell’80%.

A tal fine, alla vigilia del voto del Parlamento europeo sulla revisione di medio-termine del bilancio UE fino al 2020, CAN Europe, la coalizione delle ONG ambientaliste europee per le azioni climatiche, ha espresso in un Comunicato stampa l’auspicio che tale revisione si allinei agli obiettivi dell’Accordo.

Il Parlamento europeo deve garantire che il bilancio dell’UE che era stato approvato tre anni prima dell’adozione della Convenzione di Parigi si allinei con gli obiettivi a lungo termine dell’Accordo – ha dichiaro Markus Trilling, Coordinatore per le politiche finanziare e sussidi di CAN Europe nel Comunicato stampa – Contrariamente alla proposta di revisione della Commissione UE, la posizione del Parlamento europeo dovrebbe adottare non solo misure che si allineino con gli obiettivi dell’Accordo, ma che aumentino gli stanziamenti per il clima. Inoltre, si crei un quadro normativo climatico che elimini ogni sostegno ai combustibili fossili“.

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