Edilizia e urbanistica Infrastrutture e mobilità Inquinamenti e bonifiche Malattie e cure Salute Sostenibilità Territorio e paesaggio

Architetti e designer si impegnano per un’aria più pulita

architetti e designer aria pulita

Respirare aria pulita è un diritto di ogni cittadino, ma le ultime notizie provenienti dall’Agenzia Europea dell’Ambiente mostrano numeri più gravi di quanto ci si aspettasse: 467.000 morti all’anno a causa dell’inquinamento sono troppi. Non è un caso che, per risolvere la situazione, professionisti in ambito architettonico e ambientale stiano provando a combattere lo smog attraverso nuovi progetti ecosostenibili.

Uno progetto innovativo è The Breath, un tessuto di fibra nanotecnologica capace di assorbire l’inquinamento atmosferico, sia all’interno degli edifici, sia all’esterno, catturando così tutti quegli agenti che creano smog. Il progetto, coperto da brevetto, nasce dalla startup Anemotech Srl in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.

L’idea di partenza è stata quella di avere un oggetto che possa lavorare costantemente, senza che noi dobbiamo fare nulla – spiega Gianmarco Cammi, uno degli inventori del tessuto – Si tratta di qualcosa che oggi non esiste. Abbiamo lavorato ad un tessuto passivo a basso impatto ambientale, che lavora ad energia zero e sul circolo d’aria già presente“.

Infatti, è proprio questo che fa: il tessuto lavora senza che le persone se ne accorgano, come se non esistesse. Oltre al non aver bisogno di alcuna fonte di alimentazione energetica, elettrica o fossile, sfrutta il normale ricircolo dell’aria e non c’è possibilità di rilascio nell’ambiente circostante delle sostanze nocive catturate. È applicabile praticamente ovunque, in quanto è stato creato in modo da poter essere appeso: può diventare un quadro all’interno di un’abitazione, stampandoci sopra qualsiasi immagine o, nel caso di un uso esterno, può essere una semplice stampa.

La funzionalità di The Breath è molto semplice. Il tessuto è composto da due strati esterni idrorepellenti con proprietà antibatteriche, antimuffa e antiodore, mentre quello interno è in fibra. Quest’ultimo è composto da micromolecole di carboni attivi che hanno la capacità di catturare, dopo aver separato e disgregato, le microparticelle inquinanti presenti nell’atmosfera.

Queste proprietà presenti nel tessuto intermedio sono in grado di intrappolare quegli elementi nocivi alla nostra salute, abbattendo i valori presenti nell’aria di Pm10, Pm2,5 e Pm1,0, ma non solo, anche ossidi di azoto, monossido di carbonio, anidride carbonica e ossidi di zolfo.

Il lancio sul mercato è avvenuto durante la fiera di Ecomondo a Rimini, ma la sua efficienza viene confermata dai risultati dei test: il tessuto è in grado di funzionare perfettamente per un anno senza bisogno di manutenzione, riducendo del 20% l’inquinamento indoor e outdoor.

Questo progetto ha ricevuto non solo l’approvazione di Legambiente, ma anche del professor Umberto Veronesi, il quale, prima di morire, ha deciso di impiegare il tessuto all’interno dell’Istituto Europeo di Oncologia.

Ma non è il solo progetto volto a purificare l’aria che respiriamo. Da anni si conoscono gli effetti positivi del cemento fotocatalitico, il quale, attraverso l’azione solare, trattiene lo smog delle vetture circolanti, o ancora i più recenti benefici delle vernici fotocatalitiche, sia per uso interno che esterno, in cui nel primo caso purificano l’ambiente, mentre nel secondo riescono ad intrappolare le particelle inquinanti.

Una delle prime architetture mangia-smog è stata la Smog Free Tower. Testata inizialmente a Rotterdam, installata poi a Pechino, è una struttura che riesce ad “ingerire” circa 30.000 metri cubi di aria all’ora e, una volta purificata, l’aria viene rimessa in circolazione.

È arrivata dall’Olanda, invece, una nuova invenzione: l’aspirapolvere mangia-smog! È un enorme tubo di acciaio che cattura le particelle di smog, facendo ricircolare aria pulita. Il piano è di installarlo sopra i tetti degli edifici, pubblici o industriali.

A Torino, poi, sta progredendo il progetto “Pure Air Zone” con l’installazione del primo apparecchio che cattura le particelle di inquinamento per “carica elettrica molecolare”, quindi vengono distrutte, o meglio “digerite”, da microorganismi. È stato installato inizialmente all’aperto, ora è presente anche all’interno di alcuni edifici pubblici. È una sperimentazione volta a dimostrare la diminuzione consistente degli agenti inquinanti nell’aria e il conseguente impatto positivo sulla salute.

Uno dei progetti più importanti, in via di sviluppo, è quello per il San Raffaele di Milano. Secondo le previsioni i lavori dovrebbero iniziare nella primavera 2017 e concludersi nel 2020. L’idea è di costruire un nuovo edificio di 8 piani, battezzato come iceberg, tutto in vetro e antismog. Questo edificio avrà il compito di ridurre l’inquinamento dell’area circostante, ma non solo, sarà anche ecosostenibile: le maniglie delle porte saranno in plastica riciclata e le tubature e i sanitari risparmieranno il 50% di acqua.

Migliorare la qualità della vita dei cittadini è un dovere dai cui non ci si può sottrarre e, visto che progetti e nuove idee per migliorare la qualità della vita sono molti e applicabili sia nelle grandi opere, sia nei piccoli oggetti di arredo, dovrebbe essere data la possibilità a tutti di approcciarsi ad un nuovo stile di vita ecosostenibile.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.