Dopo un percorso di 40.347Km e un tempo di volo di 509h29m, il velivolo ad energia solare ha compiuto un’impresa. Non sarà l’aereo del futuro (almeno nel breve-medio periodo), ma è la dimostrazione che un mondo sostenibile è possibile.
È atterrato la mattina del 26 luglio 2016 all’aereoporto di Al-Batten di Abu-Dhabi (Emirati Arabi) da dove era partito il 9 marzo 2015, Solar Impulse 2, l’aereo ad energia solare che ha compiuto il giro del mondo senza una goccia di carburante.
Il progetto prevedeva che il viaggio durasse 5 mesi, con 25 giorni di volo effettivo, ma sono occorsi molti più giorni per portare a termine l’impresa, a seguito di avverse condizioni meteorologiche (il volo di attraversata del Pacifico doveva essere intrapreso dalla Cina, ma gli ideatori hanno dovuto spostare la partenza dal Giappone, in attesa di ricevere previsioni più favorevoli) e di problemi tecnici, come in occasione della sosta alle Hawaii protrattatasi più a lungo del previsto al fine di risolvere il problema del surriscaldamento delle batterie, durante la transvolata sul Pacifico.
Non sarà l’aereo del futuro (almeno nel medio periodo), tutavvia il suo valore simbolico è enorme, tant’è che il Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, si è intrattenuto in una conversazione con Bertrand Piccard, ideatore e pilota dell’aereo, mentre questi sorvolava il Golfo Persico per compiere l’ultima tappa, rimarcando che “È un giorno storico, non soltanto per voi ma per l’umanità“ e twittando con hashtag #futureisclean: “Il viaggio per un mondo sostenibile è appena iniziato e voi ci state pilotando verso questo futuro“.
Ad attendere all’arrivo Piccard, l’altro ideatore dell’innovativo velivolo André Borshberg che si è alternato con lui alla guida durante il percorso compiuto. Se Piccard è il primo pilota che abbia mai fatto la trasversata dell’Atlantico con un velivolo a energia solare, Borshberg è diventato il primatista del volo in solitaria con la tappa sul Pacifico di 8.924 chilometri in poco meno di 5 giorni e 5 notti.
Il Solar Impuse 2 (SI2) si è avvalso delle più sofisticate tecnologie in termini di materiali, motori elettrici e sistemi di stoccaggio dell’energia che viene generata da 17.248 celle solari fotovoltaiche ultra sottili (progettate e veniva indirizzata verso una serie di batterie al litio ad alta efficienza del peso di 633 kg, sistemate nelle 4 gondole dei motori ad elica, che alimentano i propulsori e accumulano una riserva di energia per quando la luce è scarsa o assente durante i voli in notturna.
Per ridurne il peso a 2,3tonn ( poco più di un’auto familiare), sono stati impiegati materiali polimerici compositi rinforzati con fibre di carbonio, e la cabina di pilotaggio (ridotta a 3,8m2) non è stata pressurizzata né riscaldata, in modo da permettere all’aereo di raggiungere la velocità max di 140 km/h.
Il progetto è stato in parte finanziato da società private come Solvay, Omega SA, ABB, Deutsche Bank, Schindler, Bayer MaterialScience, Altran Technologies e Swisscom. Il Politecnico Federale di Losanna, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la Dassault hanno fornito la necessaria competenza scientifica e aeronautica.
Ecco le tappe di Solar Impulse 2: Mascate (Oman), Ahmedabad e Varanasi (India), Mandalay (Birmania), Chongqing e Nanjing (Cina) e Nagoya (Giappone) da cui la traversata del Pacifico fino alle Hawaii (USA), per raggiungere il Nord America., con tappe aSan Francisco, Phoenix,Tulsa, Dayton, Lehigh Valley e New York. Dopo aver attraversato l’Atlantico, è atterrato a Siviglia e da qui a Il Cairo e, quindi, Abu Dhabi (Emirati Arabi), per una distanza complessiva percorsa di 40.347Km e un tempo di volo di 509h29m.
“Si crede che sia fantascienza e invece è realtà – ha dichiarato Bertrand Piccard – L’avvenire è pulito! Le soluzioni ci sono, come sussistono le tecnologie. Non accettiamo che il mondo sia inquinato solo perchè la gente ha paura di pensare in altro modo “.