L’annuale Rapporto che l’Agenzia europea dell’ambiente redige con i dati raccolti e comunicati dagli Stati membri e da Svizzera e Albania sulle analisi dei campioni di acqua prelevati in oltre 21.000 siti costieri e interni, evidenzia che le normative adottate e gli investimenti nelle infrastrutture delle acque reflue hanno prodotto continui miglioramenti, soprattutto nelle acque interne.
Tuttavia il numero più elevato di siti di balneazione con una qualità “scarsa” delle acque è stato registrato in Francia, Spagna e Italia.
Come prevede la Direttiva 2006/7/CE relativa alla Gestione delle acque di balneazione, il 25 maggio 2016 è stato rilasciato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), l’annuale Rapporto sulla qualità delle acque di balneazione europee nel corso del 2015, redatto sulla base dei dati raccolti e comunicati di ogni Paese membro e di Svizzera e Albania, che costituisce di fatto la previsione di dove sarà buona anche nella stagione in corso.
Peraltro, nella stagione balneare 2015 per la prima volta tutti gli Stati membri dell’UE hanno monitorato i siti di balneazione presenti sul loro territorio secondo le disposizioni della direttiva, con la specificazione se la qualità delle acque di balneazione possa essere classificata come “eccellente“, “buona“, “sufficiente” o “scarsa“, a seconda dei livelli di batteri fecali riscontrati.
Per attività ricreative quali il nuoto, la contaminazione fecale è fonte di preoccupazione per la salute pubblica. Nuotare in spiagge o laghi balneabili contaminati può essere causa di malattie. Le principali fonti di inquinamento sono le acque reflue e le acque di drenaggio provenienti da aziende e terreni agricoli. Tale inquinamento aumenta in caso di forti piogge e inondazioni a causa della tracimazione delle fognature e del riversamento delle acque di drenaggio inquinate nei fiumi e nei mari.
“La nostra valutazione mostra che la qualità delle acque di balneazione è significativamente migliorata nel corso degli anni – ha affermato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA – Un numero sempre maggiore di siti di balneazione oltre a rispettare i requisiti minimi ha anche raggiunto livelli di eccellenza. In alcune città è persino possibile fare il bagno in stabilimenti balneari pubblici nelle zone portuali”.
“European bathing water quality in 2015”, riportando le analisi dei campioni di acqua prelevati in oltre 21.000 siti di balneazione costieri e interni, evidenzia che il 96% dei siti di balneazione soddisfa i requisiti minimi, ma più dell’84% ha raggiunto il livello “eccellente“, ancor più rigoroso. Anche numerose grandi aree e città turistiche, come Blackpool, Copenaghen e Monaco di Baviera, iniziano a raccogliere i frutti degli investimenti realizzati per migliorare i sistemi fognari, consentendo siti di balneazione più puliti nelle zone portuali, nelle località fluviali urbane e sulle spiagge nelle vicinanze.
“Le acque di balneazione europee sono al 96% di qualità accettabile e all’84% di qualità eccellente – ha dichiarato a sua volta Karmenu Vella, Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca – Questo è il risultato di 40 anni di investimenti nelle infrastrutture idriche e per la gestione delle acque reflue. È il segno del buon funzionamento della legislazione dell’UE. Ed è l’esempio perfetto del fatto che aree altamente sviluppate dal punto di vista economico come la nostra possono produrre norme ambientali altrettanto elevate”.
Tra i risultati più importanti del Report, si segnala che:
– la qualità dell’acqua nel 2015 è stata “eccellente” in oltre il 90% dei siti di balneazione di 8 Stati membri: Lussemburgo (tutti gli 11 siti di balneazione analizzati), Cipro (99,1% dei siti di balneazione), Malta (97,7%), Grecia (97,2%), Croazia (94,2%), Italia (90,6%), Germania (90,3%) e Austria (90,2%);
– in tutta Europa la qualità dell’acqua è stata giudicata “insufficiente” solo in 385 siti di balneazione (1,6%);
– il numero più elevato di siti di balneazione con una qualità delle acque “scarsa” è stato registrato in Italia (95 siti, pari all’1,7%), Francia (95 siti, pari al 2,8%) e Spagna (58 siti, pari al 2,6%);
– la percentuale di siti di balneazione le cui acque sono state classificate come “eccellenti” è salita dal 78% del 2011 all’84% nel 2015.
Per quanto riguarda l’Italia sono stati monitorati 5.518 siti (4.866 costieri e 652 di acque interne), il 25,5% di tutte le acque di balneazione europee, con il 97,2% dei siti costieri che rispetta i valori imperativi, e quelli interni che continuano ad incrementare il loro trend positivo, attestandosi al 98% nel 2015, quando nel 2009 si attestava appena al di sopra del 40%).
Oltre alla relazione, l’AEA ha pubblicato una mappa interattiva con i risultati di tutti i siti di balneazione.
I risultati della relazione saranno al centro dell’attenzione anche nel corso di “EU Green Week 2016” che si svolgerà dal 30 maggio al 3 giugno 2016, e costituiranno parte integrante del più ampio tema della manifestazione di quest’anno, “Investire per un futuro più verde”.