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Acqua: Regolamento per “chi inquina paga”! del Ministero dell’Ambiente

Acqua Regolamento chi inquina paga

Con la pubblicazione sulla G.U. dell’8 aprile 2015, n. 81 del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Regolamento recante criteri per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d’impiego dell’acqua”.

viene data attuazione agli obblighi di cui agli articoli 4,5 e 9 della Direttiva 2000/60/CE che ha istituito un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, prevedendo che “gli Stati membri tengono conto del principio del recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse (full cost recovery), in particolare secondo il principio ‘chi inquina paga’ (polluter pay principle)”.

Obiettivo del provvedimento è di fornire alle Autorità e Amministrazioni competenti le Linee guida con i criteri tecnici e metodologici per la definizione degli Environmental and Resource Costs (ERC):
– costi ambientali, ovvero i costi legati ai danni che l’utilizzo stesso delle risorse idriche causa all’ambiente, agli ecosistemi e a coloro che usano l’ambiente (ad es. una riduzione della qualità ecologica degli ecosistemi acquatici, o la salinizzazione e la degradazione di terreni produttivi);
– costi della risorsa, ovvero i costi delle mancate opportunità imposte da altri utenti in conseguenza dello sfruttamento intensivo delle risorse al di là del loro livello di ripristino e ricambio naturale(ad es. eccessiva estrazione di acque sotterranee).

Il Decreto, pertanto, si compone di due articoli:
– Art. 1 “Approvazione dei criteri di valutazione del costo ambientale e della risorsa”, come riportati nelle Linee guida (Allegato A) e nel relativo Allegato tecnico “Proposta metodologica per la rendicontazione (reporting) degli aspetti economici”, con le annesse Tabelle;
– Art. 2 “Disposizioni transitorie e finali”, con le quali viene precisato che:
– nelle fasi di pianificazione e programmazione dei piani di gestione le Autorità competenti adeguano gli approcci metodologici di determinazione degli ERC al quanto stabilito nel regolamento che entrerà in vigore il 23 aprile 2015;
– per la programmazione 20015-2021 le metodologie disciplinate dal regolamento si applicano progressivamente nei casi in cui le Autorità già utilizzino metodologie che consentono di conseguire risultati equivalenti, come previsto dalla Direttiva 2000/60/CE.

L’Allegato A si articola in 3 sezioni:
– definizioni necessarie ad individuare gli ERC;
– metodologia di stima degli ERC;
– approccio generale per l’internalizzazione degli ERC.

Rappresentazione schematica delle Linee guida

L’Allegato tecnico aggiorna i quadri conoscitivi esistenti per la parte delle caratteristiche economiche e sociali qualora non sufficientemente approfonditi in precedenza o perché dalla prima pianificazione ad oggi sono avvenuti profondi cambiamenti.
In tale contesto, vengono individuate le principali componenti economiche per le quali risulta opportuno effettuare integrazioni e aggiornamenti sostanziali:
 analisi economica degli utilizzi idrici;
– trend socio-economici;
– valutazione degli attuali livelli di recupero dei costi degli utilizzi (usi e servizi idrici).
L’analisi economica degli utilizzi idrici dovrebbe essere improntata principalmente a:
– valutare l’importanza dell’acqua per l’economia e lo sviluppo economico-sociale del distretto idrografico;
– costruire il profilo economico generale del bacino idrografico e degli utilizzi idrici più rilevanti in relazione alle pressioni più significative;
– creare le condizioni per la valutazione della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) degli utilizzi idrici.
trend socio-economici devono tener conto, ove possibile, dei cambiamenti climatici, analizzando ad esempio:
– l’offerta e la domanda di acqua in ragione dei fabbisogni attuali e futuri e della disponibilità;
– l’andamento demografico nel bacino distrettuale compresa la popolazione fluttuante;
– la variazione dell’estensione della superficie irrigata e coltivazioni prevalenti e previsioni del fabbisogno irriguo per tipologia colturale;
– il consumo di suolo (distinguendo tra aree urbanizzate, insediamenti urbani – insediamenti produttivi – aree agricole – altro).
Per la valutazione dello stato e del livello di copertura dei costi, le attività minime da sviluppare sono:
– operare la scelta degli utilizzi idrici per i quali effettuare l’analisi tenendo conto anche del contesto ambientale e socio-economico, nonché delle condizioni geografiche e climatiche del territorio di riferimento;
– analizzare gli aspetti economici e finanziari dell’utilizzo, esplicitando i costi finanziari, ambientali e della risorsa;
– effettuare la ricognizione degli strumenti di recupero dei costi (tariffe, canoni, sovracanoni, contributi, ecc.);
– verificare l’adeguatezza della copertura dei costi.

Stante la complessità delle attività da svolgere, il Ministero dell’Ambiente, con il supporto dell’ISPRA, ha organizzato per giovedì 16 aprile 2015 una Giornata di Studio.
Insieme ai soggetti direttamente coinvolti nel processo di attuazione della Direttiva (Regioni, Autorità di Bacino, Ministero delle Politiche Agricole e Autorità per l’energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico), parteciperanno alla giornata il Dipartimento per la Programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE), l’Associazione Nazionale Autorità e Enti Ambito (ANEA), l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), le Università degli Studi di Bologna, di Padova, di Siena e di Urbino.
Per partecipare all’evento, che verrà comunque registrato, è obbligatoria l’iscrizione entro il 13 aprile 2015.

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