Prodotti e acquisti verdi Sostenibilità

Osservatorio Appalti Verdi: la PA non rispetta gli obblighi di legge

Dal Rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi, presentato al Forum Compraverde Buygreen (Roma, 17-18 ottobre 2019), emerge che gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione crescono troppo lentamente, nonostante l’obbligatorietà prevista dal Codice degli appalti.

Nel corso della XIII edizione del Forum Compraverde Buygreen (Roma, 17-18 ottobre 2019),  la Manifestazione internazionale dedicata a politiche, progetti e azioni di Green Procurement, pubblico e privato, promossa dalla Fondazione Ecosistemi, in partnership con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Lazio, il Coordinamento Agende 21 Locali ItalianeLegambiente e Unioncamere, è stato presentato il Rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Appalti Verdi, istituito nel 2018 dalla Fondazione e da Legambiente con l’obiettivo di monitorare l’attività della pubblica amministrazione in tema di GPP e Criteri Ambientali Minimi (CAM) affinché possa essere da stimolo, fonte di informazioni e proposta verso tutte le stazioni appaltanti.

Ne emerge un quadro non esaltante, anche se in miglioramento, dal momento i CAM vengono rispettati solo in poco più di un caso su tre, e per le gare d’appalto si scende addirittura sotto il 30%, specie se si tiene conto che ogni anno la PA spende tra i 150 e i 170 miliardi di euro nell’acquisto di beni e servizi, una somma ingente che se utilizzata secondo quanto previsto dalla Legge, potrebbe costituire il driver della necessaria transizione verso un’economia sostenibile.

Le pubbliche amministrazioni possono e devono fare la differenza, perché le aziende stanno dimostrando di essere pronte ed aver capito che il piano ambientale non è un limite, ma una opportunità – ha osservato Silvano Falocco, Direttore della Fondazione Ecosistemi – Questa edizione ci ha dato l’occasione non solo di fotografare l’esistente, ma di individuare le strade da percorrere per arrivare finalmente a quel cambiamento necessario”.

L’Osservatorio ha concentrato l’analisi su 3 diversi ambiti:
 a) i Comuni Ricicloni, individuati da Legambiente tra le amministrazioni più impegnate nella raccolta differenziata, uno dei primi anelli nel nuovo modello di economia circolare;
 b) i Comuni capoluogo, grazie all’attività che sempre Legambiente realizza con il rapporto Ecosistema Urbano sulle performance ambientali delle città più grandi delle regioni italiane, per veicolare messaggi di cambiamento e buone pratiche d’esempio nella sostenibilità;
c) gli Enti parco (parchi nazionali, regionali ed aree marine protette) come luoghi d’elezione in cui praticare gli acquisti verdi e promuovere scelte orientate alla lotta al cambiamento climatico e allo sviluppo innovativo, sano e green.

Complessivamente i Comuni che hanno risposto al questionario sui Comuni Ricicloni 2019 sono 1.806, tra i quali 734 (il 40,6%) hanno risposto anche alla parte relativa ai Criteri Ambientali Minimi. I risultati evidenziano come la principale difficoltà applicativa risieda nella carenza di formazione del personale, con percentuale comprese tra il 49 e il 55%. Il CAM più adottato è quello relativo alla gestione dei rifiuti (35,4%) seguito da quello della carta (33,3%). Lo stato di attuazione dei CAM nei prodotti elettronici è invece significativamente più basso, anche rispetto a quello dei Comuni Capoluogo. (24,4). Gli arredi si attestano al 10,6%. La situazione dell’edilizia è, se possibile, ancora più deficitaria. Al Nord e al Sud dichiarano di non applicare mai i CAM rispettivamente il 61,4% e il 50,9% delle amministrazioni comunali. Una difficoltà che sembra essere generalizzata nelle diverse aree geografiche del Paese, con poche eccezioni.

Il secondo focus curato dall’Osservatorio Appalti Verdi è quello relativo ai Comuni capoluogo con il 75% di risposte fornite. Anche in questo caso il primo dato ad emergere è che negli ultimi tre anni solo il 35,2% dei comuni ha formato i dipendenti sul GPP. Interessante è rilevare i dati sull’applicazione dei CAM nelle gare di appalto. L’unica città che dichiara di applicare sempre i CAM è la città di Bergamo; mentre le città che hanno una percentuale di applicazione tra il 80 e l’99% rispetto ai 15 CAM monitorati sono: Ancona, Ferrara, Modena, Treviso, Udine e Vicenza. Questi comuni rappresentano solo il 7% dei comuni capoluogo. I CAM maggiormente utilizzati sono quelli relativi all’uso della carta (72,7%), agli strumenti quali uso delle stampanti e toner (58%), nei servizi di pulizia (52,3%). Le percentuali si abbassano notevolmente quando si esamina il tasso di attuazione del CAM sugli arredi per interni (39,8%), sulla ristorazione collettiva (37,5%), sull’illuminazione pubblica (34,1%). Edilizia (19,3%), gestione dei rifiuti (19,3%) e arredo urbano (18,2%) sono i contesti fanalino di coda che chiudono la classifica.

Quest’anno l’Osservatorio Appalti Verdi ha spinto la sua indagine oltre, includendo anche tutti gli Enti parco nazionali, ed alcuni regionali, locali ed aree marine protette. Il campione ha riguardato 52 Enti sul territorio nazionale, dal quale è emerso che solo 14 Enti superano il 50% di applicazione dei CAM. Cinque, invece, gli Enti parco che superano il 70% di applicazione. Il CAM più applicato è quello sulla carta (42,3%), un numero particolarmente basso se confrontato con quanto analogamente monitorato per i Comuni capoluogo, 34,6% sugli apparecchi elettrici ed elettronici, 23,1 per gli arredi per interni, essenzialmente mobili per uffici.

In generale, la situazione migliora per la cancelleria, la cui percentuale per di applicazione dei CAM si attesta al 40,4%. L’edilizia si presenta ancora come il settore più complesso, con il 26,4%.
I dati presentati ci consegnano un quadro sempre in miglioramento, soprattutto nei Comuni capoluogo, ma sul quale c’è ancora molto da lavorare – ha dichiarato Enrico Fontana, Coordinatore dell’Osservatorio Appalti Verdi –  Quanto emerso evidenzia con forza il piano di intervento su cui insistere: vale a dire la formazione e il monitoraggio. Sono questi i due pilastri su cui costruire lo scatto in avanti decisivo”.

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